Il Climbing Stadium diventa la palestra degli olimpionici
L’accordo. Il centro di Prabi, regno del Rock Master e centro federale per l’arrampicata sportiva, sarà gestito direttamente dalla Fasi, dopo la rinuncia dell’associazione di Morandini
Arco. Il Climbing Stadium di Prabi, già da anni centro federale per l’arrampicata sportiva, sarà gestito direttamente dalla Federazione Arrampicata Sportiva Italiana, che ha deciso di destinarlo all’allenamento degli atleti olimpici. La convenzione è stata ratificata ieri dalla giunta arcense, che dopo mesi di contatti con la dirigenza nazionale ha concluso la lunga pratica.
Si tratta della soluzione ottimale, dopo che il presidente della Ssd Arrampicata Sportiva Arco Mario Morandini, che aveva avuto in gestione l’impianto a partire dal 2017 e lo aveva portato a diventare uno dei centri di arrampicata sportiva più importanti a livello nazionale, era stato costretto a comunicare all’amministrazione l’assoluta impossibilità per l’associazione di garantire sia l’apertura dell’impianto sia la collaborazione con la federazione per consentire l’allenamento degli atleti. Già prima dello scoppio dell’epidemia i volontari dell’associazione avevano avuto difficoltà a gestire manifestazioni al di fuori del contesto “Rock Master”: ora, dopo le conseguenze legate ai provvedimenti di controllo del Covid-19, non è più possibile per Morandini e compagni continuare a portare avanti un impegno troppo oneroso soprattutto in termini di responsabilità.
Per questo la società ha comunicato l’immediata restituzione dell’impianto che il Comune ha passato direttamente alla federazione nazionale.
La convenzione prevede l’utilizzo di parete, boulder e spogliatoi fino a luglio 2021 in modo da garantire nel miglior modo possibile la preparazione degli atleti della nazionale ai prossimi giochi olimpici.
Uffici e magazzini continueranno a rimanere a disposizione dell’associazione, che lì aveva la sua sede, e delle Guide alpine. L’utilizzo della parete non sarà esclusivo, ovviamente, ma potrà essere gestito in base ad accordi che la federazione avrà la facoltà di prendere con altri soggetti sportivi, in modo da garantire all’impianto un utilizzo che non sia limitato a quello degli atleti della nazionale.