Droga, altri guai giudiziari per Cardenas 

Il tennese in carcere a Trento accusato dai carabinieri di Arco di minacciare i propri clienti debitori



TENNO. Si è aggravata ulteriormente la posizione giudiziaria del tennese Benjamin Cardenas Cedeno. Dopo le indagini condotte dai carabinieri della Stazione di Arco guidata dal comandante Mirko Sollecito, svolte in coordinazione con la Procura della Repubblica di Trento e che hanno permesso di delineare nuove responsabilità di estorsione aggravata, i militari arcensi si sono recati nel carcere di Spini di Gardolo notificando al tennese di origini panamensi, accusato di aver dato vita, in un’abitazione in località Ballino, alla coltivazione di marijuana, il nuovo provvedimento restrittivo: l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Cardenas era stato arrestato l’11 dicembre scorso per stupefacenti ed era stato sottoposto agli arresti domiciliari nell’abitazione della madre. Una condizione che gli vietava di comunicare con persone diverse da quelle conviventi, di usare il telefono e computer connessi alla rete per comunicare anche attraverso i social. Il tennese, però, coadiuvato da altre due persone, faceva recapitare messaggi dal tono non certo amichevole ai destinatari che avevano debiti di droga nei suoi confronti. Chi non riusciva a pagare, è la ricostruzione fornita dai carabinieri della Compagnia di Riva, veniva minacciato, anche mediante l’uso di un taglierino, di saldare il debito al quale venivano applicati gli interessi maturati e dovuti al tardivo pagamento. Tutto è iniziato nella casa a Ballino dove era stata allestita la fabbrica dell’hashish e della marijuana, ma alcuni episodi si sono verificati nell’Alto Garda. Scoperto il modus operandi e i metodi intimidatori, dai domiciliari è stato trasferito alla casa circondariale di Spini di Gardolo. Si è quindi aperto in parallelo un nuovo procedimento penale con l’accusa di “estorsione aggravata” che hanno permesso al magistrato inquirente di chiedere al Gip del Tribunale di Trento l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Secondo le forze dell’ordine vi sarebbe stato il concreto pericolo che Cardenas potesse reiterare ulteriori estorsioni anche con l’ausilio di armi o con altri mezzi di violenza personale. Un provvedimento che si è reso necessario anche a fronte del comportamento del tennese che non si è fatto intimorire né dall’arresto del 21 novembre né dagli arresti domiciliari dell’11 dicembre.













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