Giovani protagonisti

Alessia Skomina, imprenditrice agricola a 23 anni. «Il futuro della mia azienda? Rispettoso dell’ambiente e sostenibile»

La giovane di Isera da gennaio 2022 è titolare di un’azienda viti-vinicola della superficie di 3,5 ettari e punta a una crescita graduale negli anni


Carlo Bridi


ISERA. Presentiamo in occasione del Santo Natale 2023 una bella storia, è quella di una giovane Alessia Skomina, una giovane di appena 23 anni, ma che ha idee molto chiare sul suo futuro di imprenditrice agricola. In ciò è aiutata dal fatto che dopo il diploma in viti-enologia alla FEM sempre all’Istituto Agrario si è laureata in viticoltura ed enologia.

Ha bruciato le tappe, in quanto ha già chiesto ed ottenuto la parte più consistente del premio d’insediamento che le è servito per recuperate un vecchio vigneto abbandonato in collina, collocato su diversi terrazzamenti, rendendolo lavorabile con le macchine. Inoltre ha comperato l’attrezzatura per il diserbo meccanico in quanto ha eliminato quello chimico perché punta ad avere un’azienda che va oltre il biologico spingendosi verso il biodinamico.

“Mi sono documentata bene non solo sul piano teorico ma anche sul piano operativo, afferma Alessia, incontrando diversi produttori biodinamici. Perché questo cognome slavo? Mio nonno era istriano ed era venuto a lavorare prima a Milano e poi a Mori sulle ferrovie. Quindi questa è la ragione del cognome.

Alla domanda del perché la scelta, scontata la risposta, “fin da piccola ho sempre avuto la passione per la viticoltura, mio padre pur facendo un’altra professione principale, ha acquistato dei vigneti ad Isera e così fin da piccola mi dilettavo nei vigneti”. Di conseguenza anche la scelta dell’Istituto Agrario di San Michele è stata la logica conseguenza come pure la laurea in questa materia.

L’azienda di Alessia

Da gennaio 2022 Alessia è titolare di un’azienda viti-vinicola, della superficie di 3,5 ettari, circa metà in proprietà e l’altra meta in affitto. «L’azienda è divisa in diversi appezzamenti collocati a diverse altitudini - afferma Alessia – e questo permette di coltivare le diverse varietà di vite all’altitudine ideale. Così a Isera abbiamo il Marzemino, a Folaso lo Chardonnay, il Pinot nero e il Traminer. Dai vigneti collocati ad 800 metri s.l.m. ottengo delle ottime uve base spumante. La maggior parte della produzione viene conferita alla Cantina Sociale di Isera, ma non siamo soddisfatti dei prezzi ai quali vengono liquidate le nostre uve. Per questa ragione dallo scorso anno abbiamo iniziato e incantinare una parte delle uve in proprio, appoggiandoci per ora ad un’altra cantina per l’imbottigliamento ma nei miei progetti c’è anche quello di attrezzarmi per la lavorazione completa nella mia cantina».

Alessia si occupa di quasi tutte le pratiche di coltivazione. «Solamente i trattamenti li fa ancora mio padre» precisa. Chiediamo il perché ha partecipato la concorso “Dalla vigna alla cantina, la donna è protagonista”. «L’ho fatto perché ritengo questa iniziativa una bella opportunità per noi donne, che ci permette di valorizzare la nostra professionalità che non ha nulla da invidiare da quella dei signori maschi».

Fra i progetti futuri oltre a completare le attrezzature di cantina, Alessia prevede di sviluppare la produzione di Trentodoc visto che ha le uve idonee. «Vorrei però sperimentare, particolarmente in quota, la coltivazione di ortaggi e piccoli frutti, per diversificare l’azienda»

A 23 anni ci sono tanti sogni nel cassetto?

«Certo - afferma Alessia - ma il più importante è quello di riuscire a far conoscere ed apprezzare i miei vini, so che la strada sarà lunga ma io ce la metto tutta. Ora sono uscita con le mie prime bottiglia, e voglio capire l’impatto sul mercato visto che le ho preparate con cura manicale».

Chiediamo se dopo due anni è pentita della scelta: «Assolutamente no - è la risposta - anche se vi sono periodi di lavoro molto intenso, ma io credo nel fatto che con la nostra attività andiamo a valorizzare il nostro territorio che è particolarmente vocato alla viticoltura di qualità, poi mi supporta la grande passione.

E i suoi rapporti con l’ambiente come sono?

«Di grande rispetto perché credo che i primi a beneficiare di un ambiente sano siamo noi che viviamo in campagna. Per questo la mia scelta per l’agricoltura biodinamica credo sia la strada giusta. Per me è fondamentale questo rispetto dell’ambiente, produrre con criteri di sostenibilità lo ritengo fondamentale».

Durante i tempi morti in azienda, come il periodo dopo la vendemmia, Alessia collabora anche con un’azienda artigianale di manutenzione di piccoli attrezzi da giardino.

E i tuoi amici di università cosa dicono della sua scelta?

«Che loro non lo avrebbero mai fatto, però quando hanno visto i risultati e le mie prime bottiglie, si sono ricreduti».

E per il futuro?

«Io sono ottimista, ma con l’ottimismo della ragione convinta che puntando su una produzione viti-vinicola di alta qualità ottenuta in modo sostenibile ci sarà un futuro». 













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