Al Santa Chiara attivati nuovi spazi per la terapia intensiva
L’iniziativa fa parte del progetto di ristrutturazione dell’area dedicata all’Unità operativa di neurochirurgia: in questa fase la nuova terapia sarà utilizzata come rianimazione generale. Entro questa settimana i posti letto dedicati ai pazienti Covid saranno aumentati di 5 unità
TRENTO. Attivati oggi, mercoledì 10 marzo, gli spazi della nuova terapia intensiva neurochirurgica prevista nel progetto di ristrutturazione dell’area dedicata all’Unità operativa di neurochirurgia dell’ospedale Santa Chiara di Trento. In questa fase della pandemia da Covid-19 la nuova terapia intensiva sarà utilizzata come rianimazione generale. Questo spostamento permetterà di avere posti di terapia intensiva da dedicare ai pazienti non Covid preservando meglio l’attività chirurgica ordinaria.
Nel dettaglio il blocco operatorio di ortopedia era stato trasformato in terapia intensiva “Rianimazione 3” all’inizio della seconda fase della pandemia per accogliere pazienti non Covid. Ora questi pazienti sono stati trasferiti al 5° piano del Santa Chiara, nella nuova rianimazione neurochirurgica. Sarà così possibile utilizzare la Rianimazione 3 per i pazienti Covid e permettere di mantenere l’attività chirurgica fino a quando la pressione sulle terapie intensive sarà alleggerita e sarà possibile dedicare completamente la nuova area di terapia intensiva alla neurochirurgia permettendo di far ulteriormente crescere l’attività di questa specialità. Entro questa settimana i posti letto dedicati ai pazienti Covid saranno aumentati di 5 unità.
Nel comunicare la notizia il direttore generale di Apss Pier Paolo Benetollo ha affermato: «Tutto il personale sanitario e tecnico, ha contribuito al raggiungimento di questo importante risultato e per questo va a tutti loro il nostro sentito ringraziamento. Ancora una volta, nonostante la forte pressione a cui sono sottoposti ormai da un anno, i nostri operatori hanno compreso l’importanza di questo progetto e, nonostante le attuali difficoltà, si sono spesi per migliorare la qualità dei servizi offerti alla popolazione trentina».