solidarietà

Aiuti alle famiglie ucraine, in Trentino parte una doppia raccolta fondi

Ecco come donare al Fondo solidarietà città di Trento e all’iniziativa della Diocesi con la Caritas nazionale. E chi ha alloggi o stanze a disposizione può fare riferimento al Comune di Trento

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TRENTO. La solidarietà concreta dei trentini verso i profughi in fuga dalla guerra in Ucraina si è vista già con le tante donazioni fatte all’Associazione Rasom che sta raccogliendo materiale da inviare in Ucraina. 

Ma ora l’obiettivo delle istituzioni trentine diventa anche quello di non disperdere gli aiuti in mille rivoli, di convogliarli in modo sicuro là dove c’è maggiore bisogno, sia in Ucraina che per i rifugiati che sono arrivati e che arriveranno in Trentino.

"La macchina organizzativa si sta muovendo, ci aspettiamo che la Provincia faccia il coordinamento perché per ora ognuno si muove per conto proprio. Ma la regia deve essere unica, sarebbe un peccato non intercettare le generosità di tante persone che chiamano il servizio Welfare per mettere a disposizione case o per donare denaro", ha detto oggi l'assessora comunale alle politiche sociali di Trento Chiara Maule, che insieme al sindaco di Trento, Franco Ianeselli ha accolto ieri le prime famiglie approdate a Trento e sta lavorando per trovare spazi e risorse in vista di ulteriori arrivi.

Il Trentino abbraccia il popolo ucraino: continua la raccolta di aiuti

Alla raccolta fondi che è stata promossa dall'associazione Rasom per inviare cibo, medicinali e coperte in Ucraina - sottolinea il Comune - se ne aggiunge oggi una seconda, destinata a supportare l'accoglienza a Trento delle famiglie in fuga dalle bombe: "In accordo con la Provincia, ci appoggeremo al Fondo di solidarietà Città di Trento che coinvolge molti soggetti attivi nel campo della solidarietà", spiega ancora l'assessora Maule.

Aggiunge Stefania Segnana, assessora provinciale alla Salute e Politiche sociali: “Affrontare un'emergenza di questa portata e così drammatica richiede di unire tutte le nostre forze. Dobbiamo agire presto, bene e insieme per rendere più incisiva la solidarietà dei trentini”.

Per chi volesse donare, l’Iban del conto corrente bancario intestato a Cooperativa sociale Villa Sant’Ignazio è IT87Y0830401811000045356565. Da domani, per rendere più agevoli le donazioni, il conto corrente sarà collegato a una piattaforma di crowdfunding. L’iniziativa sarà promossa anche attraverso i canali social del Comune.

Chi volesse dare una mano o avesse case/stanze disponibili può far riferimento al servizio Welfare e coesione sociale del Comune (0461-884477, servizio.welfare@comune.trento.it).

 

Anche la Diocesi di Trento, attraverso Caritas Diocesana, condivide l'appello alla solidarietà rilanciando una duplice raccolta fondi per rispondere all'emergenza. Un primo filone solidale - sottolinea una nota - andrà a sostegno dei progetti avviati da Caritas Italiana in accordo con le analoghe organizzazioni in Ucraina. Eventuali offerte per tali finalità vanno versate sul conto corrente bancario della Cassa Centrale Banca - IBAN IT 41 G035 9901 8000 0000 0081 237 - intestato ad Arcidiocesi di Trento/Caritas diocesana con la causale "Emergenza Ucraina".

Un secondo canale per contribuire economicamente ad alleviare la crisi ucraina è legato appunto al già citato Tavolo per la solidarietà responsabile già attivo da anni nella città capoluogo, coordinato dal Comune di Trento in collaborazione con numerosi altri enti, tra cui la stessa Caritas diocesana. Per sostenere questo fondo, che si occuperà in particolare dell'accoglienza di nuclei familiari in fuga dalla guerra o che, come loro, si trovano sul territorio in emergenza abitativa in strutture locali, si possono effettuare versamenti sul conto corrente bancario IBAN IT 87Y0830401811000045356565 intestato a Cooperativa sociale Villa S. Ignazio con la causale "Emergenza Ucraina".

Per l'accoglienza in Trentino di eventuali profughi in fuga dalla guerra innescata nel cuore dell'Europa, la Diocesi conferma - come già dichiarato dall'arcivescovo Lauro Tisi venerdì scorso nella veglia in cattedrale - la massima disponibilità a collaborare con le istituzioni e gli enti locali, in particolare con la Provincia e le Amministrazioni Comunali, per offrire risposte coordinate e sinergiche. La Diocesi - conclude la nota - prende inoltre atto della solidarietà materiale diffusa, invitando a sostenere le tante associazioni che già stanno operando in tal senso, senza quindi aggiungere ulteriori canali di raccolta. 













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