Addio a Calliari, la famiglia: «Sei stato la nostra guida»
«Un combattente a fianco degli agricoltori e un grande difensore dell’ambiente». L’ex presidente di Coldiretti è scomparso a 63 anni
TRENTO. “È stata la guida più importante della nostra esistenza”. Nella notte, all’età di 64 anni, Gabriele Calliari si è spento all’ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto dove era ricoverato. Lo piangono la moglie Flavia, i figli Francesco, Michela, Nicolò e la madre Emanuela. Un ringraziamento sincero viene rivolto al dottor Maurizio del Greco - primario del Reparto di cardiologia - e a tutto lo staff: sono stati un rifugio attento in questi ultimi 2 mesi.
Per dargli l’ultimo saluto una funzione privata tra pochi intimi.
Questo il commosso ricordo della famiglia.
Allevatore e frutticoltore lungimirante, sin da giovane ha dedicato il suo impegno all’interno delle diverse realtà di rappresentanza del mondo agricolo. Una su tutte, la Federazione provinciale Coldiretti: nel 1993 – all’età di 34 anni – ne ha assunto la Presidenza, saldamente confermata per ben 25 anni. Un lungo percorso, frutto di passione, dedizione, entusiasmo e competenze maturate anche sul campo e grazie allo scambio continuo con gli altri agricoltori, con la società civile e con le istituzioni con le quali ha sempre cercato il confronto ed il dialogo costruttivo. Calliari ha sempre dedicato un impegno costante e concreto all’interno delle associazioni nelle quali dava il suo importante contributo e punto di vista, senza mai tralasciare la famiglia, le amicizie e la sua attività agricola della quale era particolarmente orgoglioso tanto che è riuscito a trasmettere la sua infinita passione ai figli che, oggi, operano con la stessa determinazione in agricoltura. Chi ha lavorato con lui ricorda il suo essere sempre coerente con i principi ed i valori che raccontava e difendeva nel suo operato politico e di figura istituzionale.
Presidente nazionale e vice presidente europeo di Federforeste, è stato nei Consigli di amministrazione, in qualità di vicepresidente, di Fondazione Edmund Mach e della Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura di Trento, membro di Giunta della Federazione Nazionale Coldiretti e inoltre, oggi, sedeva nel Consiglio di Cnel, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, organo di consulenza delle Camere del Governo. Incarichi che ha saputo svolgere sempre apportando competenza, esperienza e quella praticità tipica degli agricoltori che sanno fare.
La sua è stata una vita interamente dedicata allo sviluppo del mondo agricolo e alla tutela delle istanze dei suoi colleghi operatori del settore primario con un profilo ricolto alla comunità. Da una piccola realtà come quella di Malosco, in Alta Val di Non, ha saputo affermare il valore dei piccoli territori di montagna raggiungendo il vertice del primo sindacato agricolo provinciale. Per l’amore per la sua terra e per la montagna ha saputo sollevare l’attenzione sulla necessità di recuperare e ripristinare terreni agricoli potenzialmente ad alto valore aggiunto ma abbondati ai giorni nostri. Andava orgoglioso di aver partecipato in prima persona in qualità di componente del Forum dell’Osservatorio del Paesaggio alla realizzazione dell’Atlante dei passaggi terrazzati del Trentino. La sua partecipazione attiva a questo Osservatorio ed il suo ruolo di presidente di Coldiretti trentino lo avevano portato a presentare ad Expo 2015, la più importante vetrina per il Made in Italy a livello mondiale dell’ultimo ventennio, una speciale pubblicazione dal titolo “Le dieci azioni per il paesaggio rurale del Trentino”.
Tra le tante battaglie che ha combattuto, si è speso con forza per la tutela dell’ambiente e la valorizzazione dei prodotti agricoli. Per chi è stato al suo fianco ricorda, tra le altre, la battaglia per la tutela dei terreni agricoli nel Piano urbanistico provinciale (consentendo così la salvaguardia dei vigneti della Piana Rotaliana attraverso uno studio con la modifica del tracciato della galleria di Mezzolombardo) e quella vinta contro l’inceneritore, che reputava, nella forma e dimensione proposta, un enorme dispendio di denaro pubblico, con negative ricadute ambientali, e un incalcolabile danno di immagine, per chi viveva di turismo e agricoltura, per un territorio che trova la sua distintività nel valore ambientale.
È stato antesignano del mercato contadino per favorire, da un lato, la vendita diretta ai consumatori, eliminando così i passaggi intermedi, ben consapevole della necessità di valorizzare quanto più possibile il lavoro dell’agricoltore e i beni della terra, che tanto amava e dall’altro per portare un valore comunque di caratterizzazione distintiva dell’agricoltura italiana. Si è costantemente speso per tutelare la sostenibilità economica delle aziende agricole, mettendo in primo piano ed al centro il ruolo del “contadino” come portatore di valore aggiunto alle comunità. Già nel 2016 si adoperava per trovare soluzioni concrete a favore della filiera zootecnica che a livello trentino non stava vivendo particolari problematiche che invece stavano affrontando a livello nazionale. Proprio per queste suggeriva di premunire crisi future attraverso “alleanze strategiche”, cosi come riportava il quotidiano l’Adige di allora.
Da sempre molto attento all’innovazione, è stato membro del consiglio di società di consulenza e ricerca a supporto dell’agricoltura, della pesca, dell’ambiente e dello sviluppo locale, sia per portare innovazione in ambito agricolo, ma anche zootecnico e forestale a livello locale e nazionale. Particolarmente legato al Progetto Europeo per l’Innovazione dedicato alla sostenibilità della filiera legno del Trentino, attivandosi in prima persona per lo sviluppo del Progetto TAF/17.
La sua dedizione verso il mondo delle foreste lo ha spinto costantemente a cercare soluzioni per contrastare episodi come quello della Tempesta Vaia, che aveva vissuto da vicino, e in esito al quale aveva richiamato tutti ad una attenta e scientifica gestione dei boschi ricordando l’importanza rivestita dalle foreste nella tutela dell’ambiente e nella transizione ecologica, suggerendo una gestione sostenibile dell’intera filiera del legno. Già all’epoca aveva lanciato un grido di allarme sulla fragilità del bosco colpito da Vaia, esprimendo il timore, poi rivelatosi fondato, che il prezioso legno degli alberi abbattuti attaccato dai parassiti potesse diventare inutilizzabile per la costruzione dei famosi violini stradivari. Calliari non mancava di ricordare che “la consapevolezza di una montagna bella, fruibile e sicura anche grazie al lavoro degli agricoltori passa attraverso la nobilitazione del legno italiano per dare, anche in questo caso, origine, valore e mercato al prodotto Made in Italy”.
Ha portato la sua visione anche oltre i confini nazionali in qualità di Vice Presidente europeo del gruppo di lavoro Foreste di Copa Cogeca, organismo che rappresenta l’unione a livello europeo di agricoltori e cooperative agricole, dove è riuscito a dare una visione concreta dei reali problemi del comparto e a coltivare soluzioni innovative che poi riusciva a calare nella quotidianità e nel suo territorio.
È stato un vero e proprio combattente nella terra che lo ha visto crescere: di fronte alla “minaccia” rappresentata da un regolamento comunale per la disciplina delle coltivazioni agricole, aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato; all’esito del procedimento aveva con forza dichiarato “ho vinto per i miei figli, oltre che per i figli di quanti mi hanno ostacolato: in futuro potranno trovare opportunità di reddito nei terreni dei nonni”. I giovani e le nuove generazioni erano al centro del suo pensiero politico e personale tanto che non mancava occasione per ricordare l’importanza di trasmettere, sin dalle prime scuole dell’infanzia, il significato profondo di fare agricoltura in montagna.
Lascia una eredità importante in tutti coloro che lo hanno conosciuto e ne hanno potuto apprezzare le indiscutibili qualità, professionali, istituzionali ed umane. Rimarrà in tutti il ricordo di un uomo buono, generoso, umile, lungimirante ed instancabile, che ha saputo trasmettere preziosi insegnamenti a vantaggio di tutto il mondo agricolo e non solo.
“Siamo orgogliosi di te, grazie per i tuoi insegnamenti”.
Francesco, Nicolò e Michela