la crisi

Acqua più fredda e saune “razionate”: così i centri acquatici altoatesini resistono al caro-energia

Ma si studiano anche interventi strutturali come il potenziamento di impianti fotovoltaici e di deumidificazione (foto Ansa)


di Luca Marognoli


BOLZANO. Un tuffo dove l’acqua è più fredda… e anche le saune riscaldano meno (o meglio, con orario ridotto). Il caro energia non mette solo in ginocchio le famiglie ma è anche una spina nel fianco dei centri acquatici, costretti a intervenire termometro e orologio alla mano per far quadrare i conti.

Sulle strutture dedicate al benessere, dopo il Covid, si abbatte una nuova tegola. Questa volta niente misure draconiane, come fu la chiusura al pubblico imposta d’autorità ai tempi del lockdown, ma una fruizione limitata di alcuni servizi resa necessaria da circostanze economiche avverse quanto eccezionali (e al momento inevitabili). L’obiettivo è di limitare il più possibile i danni (e i disagi per l’utenza) tenendo duro finché non sarà “passata la nottata”.

L’Acquarena di Bressanone, la madre di tutti i centri acquatici altoatesini, sul suo sito parla infatti di “chiusura straordinaria” nell’avvisare la clientela che “per compensare la crisi energetica, la vasca salina rimane chiusa presumibilmente fino alla fine di novembre”, mentre “la sauna panoramica e la sauna finlandese interna sono soggette ad orari di apertura ridotti”.

Decisione ancora più drastica quella assunta dall’Acquafun di San Candido, che “a causa degli elevati costi energetici” spiega di avere optato per introdurre “due giorni di riposo e di ridurre gli orari d’apertura da ottobre”. Fino a nuovo avviso la struttura sarà dunque chiusa il martedì e il mercoledì.

Ma come si diceva c’è anche un’altra leva da utilizzare: la temperatura. “Per mantenere i costi energetici entro una fascia di tolleranza, gli orari di apertura del Cron4 sono stati ridotti e le temperature dell'acqua abbassate”, spiega una nota informativa sul sito della struttura di Brunico, anch’essa fra le più apprezzate dagli appassionati di saune e “Aufguss”. “Nel frattempo - si precisa -, anche la piscina salina esterna è accessibile solo in orari limitati e alcune saune nonché sale relax rimangono chiuse a seconda del numero di visitatori”.

Ma la crisi di questi mesi spinge anche a progettare un futuro meno “energivoro”. La società Brunico Aktiv Srl informa che “tutte le superfici idonee del tetto della struttura Cron4 prossimamente saranno dotate di un impianto fotovoltaico e nella prossima primavera sono previsti lavori di ottimizzazione del sistema di deumidificazione”.

Dalle saune al ghiaccio: per il momento – continua la nota – non verrà eseguita la preparazione del ghiaccio sulla pista esterna della nuova Intercable Arena, che sarà anch’essa comunque dotata di ulteriori pannelli fotovoltaici.

"Stiamo facendo tutto il possibile per continuare a rendere le strutture attraenti per il pubblico. Purtroppo, al momento non è possibile farlo senza restrizioni - dice Alfred Valentin, presidente della Brunico Aktiv Srl – ma nonostante le difficoltà, c'è comprensione, non da parte di tutti, ma fortunatamente dalla maggior parte delle associazioni e degli utenti dell'Arena, e i nostri sforzi per mantenere i servizi al meglio sono apprezzati.”

La consapevolezza delle difficoltà non può mancare in chi si rende conto di come si tratti decisamente di cause di forza maggiore.

D’altronde la tegola di cui sopra non fa eccezioni. Gli alberghi si trovano in un’identica situazione, come aveva ricordato una decina di giorni fa Manfred Pinzger, presidente dell'Unione albergatori e Pubblici Esercenti dell'Alto Adige (Hgv). "Abbiamo anche la funzione di consigliare i nostri iscritti su come affrontare le nuove sfide ed il nostro consiglio è stato quello di vedere se c'è la possibilità di diminuire l'offerta delle saune o di limare su qualche grado di calore, perché già quello incide sulle bollette”, aveva affermato. Ma si sta facendo di tutto per non mollare: "Alcuni alberghi che non si trovano nelle aree sciistiche e rimangono periferici probabilmente faranno i conti se conviene aprire durante i mesi freddi, perché le spese incidono parecchio, tuttavia questo non metterà a rischio la stagione invernale che dopo due anni di covid deve andare avanti". La posta in palio è troppo importante.













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