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Abbattimento lupi, Coppola alla Giunta: «Quale criterio sulla scelta degli esemplari?»

La questione è arrivata in Consiglio provinciale. Campobase in una nota: «La legge funziona, ma non esiste un piano adeguato di interventi»

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TRENTO. «Quale criterio scientifico c'è dietro la scelta di abbattere due esemplari». È uno dei quesiti posti nell'interrogazione presentata in Consiglio provinciale da Lucia Coppola (Europa Verde-Misto). Coppola chiede anche «come verranno riconosciuti i lupi che hanno effettuato le predazioni considerato che si muovono in branco; chi si occuperà del monitoraggio post abbattimento e quanto durerà rispetto alla durata dell'alpeggio; se l'amministrazione provinciale intenda valutare possibili azioni di miglioramento delle condizioni di protezione del bestiame anche tramite strategie integrate di prevenzione dei danni; se non si ritenga utile studiare tecniche di dissuasione e protezione più efficaci e a prova di furbizia di lupo».

«Questa vicenda dimostra che gli strumenti giuridici per intervenire in caso di necessità estrema nei confronti di grandi carnivori presenti sul territorio, ove adeguatamente motivati, ci sono da un pezzo – scrive Campobase in una nota – il presidente ha infatti applicato una Legge Provinciale approvata nel 2018 dalla precedente amministrazione di centro sinistra autonomista, guidata da Ugo Rossi e pienamente operativa dopo il vaglio positivo della Corte Costituzionale del 2019. Anche per le politiche di gestione generale di queste presenze ormai diffuse, oltre le situazioni di emergenza, esistono già spazi giuridici - pur migliorabili in sede europea e nazionale - per intervenire. Serve però un piano adeguato di interventi che pare non esistere in Trentino.
Forse, se ai proclami si fosse sostituita negli ultimi anni una attenta strategia di gestione e di concertazione con le competenti sedi istituzionali e scientifiche, la situazione sarebbe oggi assai diversa. Speriamo che tutto ciò si possa recuperare nel prossimo futuro».
 













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