Levico

Lupi uccisi a Barco, Brambilla chiama Fugatti: «Prenda una posizione netta»

La parlamentare rilancia l'appello per politiche più attente alla tutela degli animali: «Servono risposte immediate, perché se l'ipotesi dell'avvelenamento sarà confermata, ci troveremmo di fronte al più grave episodio mai avvenuto in Trentino ai danni della specie»

LAV «Provincia responsabile»
IL FATTO Quattro animali trovati morti a Barco



TRENTO - «Dopo quanto accaduto a Levico servono risposte immediate da parte non solo della magistratura ma anche delle forze politiche, perché se l'ipotesi dell'avvelenamento sarà confermata, ci troveremmo di fronte al più grave episodio mai avvenuto in Trentino ai danni della specie».

Si è mossa anche Maria Vittoria Brambilla dopo il ritrovamento, sabato mattina, delle carcasse di quattro lupi a Barco.

La presidente della Lega italiana difesa animali e ambiente (oltre che dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali) chiama in causa la politica e il presidente Fugatti: «Serve una presa di posizione netta da parte di quella parte politica che, fino ad oggi, ha cercato di risolvere il problema della convivenza con i grandi carnivori a suon di abbattimenti».

In attesa che accertamenti e indagini facciano luce su quanto avvenuto in Valsugana, anche le associazioni ambientaliste Io non ho paura del lupo, Wwf del Trentino, Enpa del Trentino e la sezione di Trento della Lipu hanno preso nettamente posizione: «Quanto avvenuto rappresenta un grave episodio, che solleva interrogativi sulle strategie di gestione della fauna selvatica e della sicurezza ambientale in Trentino. Si tratta di un atto illegale che non solo mette a rischio la biodiversità, ma compromette anche la qualità e la sicurezza degli ecosistemi locali. L'avvelenamento, oltre a causare la morte degli animali direttamente colpiti, rappresenta una minaccia per l'intera catena alimentare e per la salute pubblica. La dispersione di sostanze velenose nell'ambiente può infatti avere ripercussioni su altre specie animali, domestiche e selvatiche, nonché sugli esseri umani».

Anche le associazioni chiamano la politica a un intervento deciso: «Sollecitiamo una chiara presa di posizione da parte dei sindaci dei comuni coinvolti e della Provincia. In particolare, chiediamo all'assessore Roberto Failoni, di esprimersi con fermezza per condannare un crimine gravissimo che getta un'ombra sull'intera Provincia. È necessario che le istituzioni condannino con fermezza questo crimine orribile e avviino un'indagine approfondita per individuare i responsabili, garantendo che simili episodi non si ripetano. Anche perché un aspetto critico è la gestione delle bonifiche ambientali. Ad oggi, la Provincia di Trento, al contrario di altre regioni alpine, non dispone di nuclei cinofili anti-veleno, moderni strumenti indispensabili per localizzare e rimuovere con precisione eventuali esche o residui tossici. La mancata istituzione di queste unità operative rappresenta una gravissima lacuna che va colmata con la massima urgenza.

È inoltre fondamentale investire in campagne di sensibilizzazione e formazione rivolte alla popolazione locale per promuovere una maggiore consapevolezza sull'importanza della convivenza con la fauna selvatica in cui anche noi, come associazioni, proveremo a fare la nostra parte. Tali azioni, combinate con un potenziamento delle attività di monitoraggio e controllo, possono contribuire a mitigare i conflitti uomo-animale e prevenire atti di bracconaggio o avvelenamento».

Le associazioni pongono poi l'attenzione anche sui vincoli normativi che impongono alla Provincia di tutelare i lupi: «È una specie protetta a livello nazionale ed europeo, non è solo un obbligo legislativo, ciò comporta anche una responsabilità etica e ambientale. La conservazione della biodiversità è un elemento chiave per garantire la stabilità degli ecosistemi e il benessere delle future generazioni. Vanno rafforzati gli strumenti normativi e operativi per la tutela dell'ambiente e va garantire giustizia sul caso specifico di Barco».













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