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Il caso Bimbo Bazar, merce portata via di notte e scaricata a Trentino solidale: loro avvisano la locale

Genitori infuriati, minacce di morte su Facebook e l’intervento dei vigili: ora tutti gli oggetti sono in un magazzino e verranno restituiti ai proprietari



TRENTO. Per chi dalla scorsa metà di novembre ha seguito la vicenda del Bimbo Bazar, la conclusione sembrerà forse ancora più incredibile di quanto successo fino a questo momento. Alla fine dello scorso mese di dicembre, infatti, la titolare del negozio ha deciso di svuotare la propria attività. E con l'aiuto di alcuni collaboratori, tutti gli oggetti ancora rimasti in negozio e che i genitori, negli ultimi mesi, hanno cercato di riavere indietro - ricordiamo che questi ultimi potevano portare qualsiasi cosa al Bimbo Bazar, dai passeggini agli indumenti per neonati e bambini, ed una volta venduti la titolare si impegnava a restituire loro una percentuale su quanto incassato - sono stati caricati su alcuni furgoni (il tutto durante la notte come testimoniato anche da un filmato) per poi essere consegnati, il giorno dopo, a Trentino Solidale.

Proprio così. Da un giorno all'altro, mamme e papà si sono ritrovati davanti ad un negozio svuotato, con tutta la merce che, come confermato dal presidente della stessa Trentino Solidale, Giorgio Casagranda, è arrivata in quantità spropositata alla sede della realtà impegnata nella beneficenza. Un carico eccessivo, tanto da far scattare un campanello d'allarme e portare Casagranda a fare le verifiche del caso: «I miei collaboratori mi hanno confermato che sono venuti tre o quattro volte lasciando di tutto, seggiolini, culle, passeggini e giocattoli. Non avevo informazioni sulla vicenda, poi ho letto le notizie e ho collegato il tutto (il nostro giornale ha pubblicato tre articoli seguendo l'evoluzione del caso, ndr), sapendo che i prodotti arrivavano dai Solteri».

Ma c'è di più: la titolare del negozio infatti, come si evince in modo indiscutibile da alcune conversazioni che lei stessa ha avuto sui social con alcune clienti in cerca di risposte, ha giustificato la cosa spiegando che, a dirle di muoversi in quel modo, erano stati sindaco e polizia. Fatto smentito direttamente dalla segreteria del primo cittadino, allertata da Casagranda. «Sono stato poi contattato dal comandante della polizia locale di Trento, Alberto Adami: il 2 gennaio le forze dell'ordine sono venute ed hanno preso visione della merce, ponendola sotto sequestro», ha concluso il presidente di Trentino Solidale.

Ed anche alcune mamme, appena scoperto della consegna della merce all'associazione, si sono recate presso la sede per verificare di persona. Comunque, proprio sui social attraverso alcune "storie" la titolare del Bimbo Bazar (o chi per essa) - ed anche in questo caso sono presenti immagini molto chiare, seppur pubblicate non con il profilo personale della donna ma attraverso un'apposita pagina creata per scopi più "commerciali" e di pubblicità - non ha mancato di commentare la vicenda.

Dapprima in modo ironico, invitando le mamme a chiamare la polizia perché qualcuno stava portando via tutto dal negozio. Ma in un secondo momento anche con toni decisamente fuori luogo, rivolgendosi con un «Se scopro chi sei ti bruciamo» ad un utente anonimo che, all'interno del gruppo social "Famiglie in Trentino", aveva segnalato lo svuotamento del negozio.

Comunque, la vicenda si concluderà a breve. La merce verrà portata in un magazzino a Melta di Gardolo, dove le forze dell'ordine avranno cura di restituire il tutto ai genitori.

 













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