Salute

Psichiatria in Trentino: sempre più utenti, ma meno personale

Nel 2023 assistiti 11.898 pazienti, primo trattamento per 3.080. Studio del ministero con i dati 2023: aumento del 10,9%, mentre medici e infermieri scendono da 573 a 560. Trattamenti sanitari obbligatori in crescita e 419 persone con diagnosi psichiatriche gravi hanno abbandonato il trattamento
 



TRENTO - Da 10.726 utenti nel 2022 a 11.898 nel 2023. Si tratta delle persone assistite dai servizi specialistici della salute mentale in Trentino. Una crescita del 10,9% (anche a livello nazionale si è registrato un aumento, da 776.829 a 854.040, +9,9%) che ben racconta un tema decisamente delicato: non è un mistero che negli ultimi danni i disagi e i disturbi psichici siano in forte aumento.

E riguardano un po' tutti, da giovani agli anziani. Si è spesso parlato di un "effetto Covid", con il lockdown, le paure, le difficoltà economiche, i lutti, che hanno portato nel tempo a problemi di vario tipo per sempre più ampia fetta della popolazione, ma i numeri dicono che il tema è molto più ampio e complesso. Anche nella nostra provincia negli ultimi mesi si è parlato molto di questo argomento, con le domande in forte crescita e i servizi che faticano, anche per via delle carenze di organico (ad esempio a fine settembre andò completamente deserto il concorso per assumere medici al Serd). A tal proposito un altro dato è significativo: se ne 2022 il personale totale del dipartimento di salute mentale in Trentino era di 573 persone, nel 2023 è sceso a 560 (60 medici, di cui 53 psichiatri, 62 psicologi, 122 infermieri, 115 educatori, 67 oss, 17 personale amministrativo e 64 "altro). Un calo del tre per cento, quindi minimo, ma che diventa altissimo a fronte di un aumento della domanda.

I dati sono contenuti nel Rapporto sulla Salute Mentale 2023 pubblicato dal Ministero della Salute: un'analisi che disegna, anche per il Trentino, una situazione complicata. Partiamo dai nuovi pazienti: i cosiddetti "first ever", ovvero gli utenti trattati per la prima volta, sono stati l'anno scorso ben 3.080 (furono 2.892 nel 2022, quindi +6,5%), con una prevalenza di donne (1.821 e la fascia d'età più rappresentata è quella 55-64 anni con 303 nuovi pazienti, mentre gli uomini sono stati 1.259, con le fasce 18-24 e 45-54 anni più rappresentate).

A livello di tasso ogni 10 mila abitanti, il Trentino viaggia a 67,6, ben più del 51,3 di media nazionali. E tra i nuovi pazienti spiccano le sindromi nevrotiche, seguite da depressione, disturbi psichici, mania e disturbi affettivi bipolari.

La nostra provincia è al quinto posto nazionale per crescita: sempre guardano al tasso di ingressi ogni diecimila abitanti, l'Alto Adige è in testa con 88, seguita da Valle d'Aosta, Calabria, Molise e appunto Trentino. Il report nazionale, per quanto riguarda la condizione lavorativa, dice che i nuovi pazienti sono per il 24,2% soggetti occupati, il 12,1% disoccupati, il 3,4% in cerca di una prima occupazione, il 9,2% pensionati e il 4,9% sono casalingheAncora.

In Italia le prestazioni erogate nel 2023 dai servizi territoriali ammontano a 9.601.165 con una media di 13,6 per utente, mentre in Trentino sono state 91.543, con una media inferiore a quella italiana, ovvero 10,6 per ogni persona.

Un dato che dice che mediamente a livello nazionale i pazienti con problemi psichiatrici sono seguiti di più. Sul totale delle prestazioni quelle erogate a domicilio in provincia sono state 7.696, ovvero l'8,4% del totale. Un'analisi interessante è quella che riguarda gli utenti con diagnosi psichiatriche gravi che hanno abbandonato il trattamento, con un'interruzione non concordata con il personale medico: in totale in Trentino sono stati 419 (199 con diagnosi di depressione, 60 con disturbi della personalità e del comportamento, 116 con mania e disturbi affettivi bipolari e 44 con schizofrenia e altre psicosi).

Percentualmente, il 5,9% degli utenti con diagnosi gravi ha lasciato: a livello nazionale la media è dell'1,06%. Il report non specifica il perché dell'abbandono, ma è chiaro che l'alta percentuale non rappresenta un bel segnale.

Altro dati: la durata media del trattamento per quanto riguarda l'assistenza residenziale in Trentino è di 582 giorni (in Italia 1.097). Gli utenti presenti in strutture semiresidenziali psichiatriche nel 2023 erano 131. Capitolo trattamenti sanitari obbligatori: nel 2023 in Trentino sono stati 46: siamo lontani dal record di 80 del 2018, ma negli ultimi tre anni il dato è in crescita.

A fronte di 926 dimissioni in regime ordinario, ben 191 pazienti sono stati poi riammessi entro 30 giorni (20,6%), mentre 114 entro 7 giorni (12,3%): questo dato, segnala lo studio, riflette la mancata o non adeguata presa in carico da parte dei servizi territoriali dei pazienti dimessi da strutture di ricovero per acuti. E il Trentino ha la seconda percentuale più alta d'Italia dopo il Lazio.

Ma se l'organizzazione, evidentemente, può essere migliorata, l'attenzione c'è: il costo medio annuo per residente dell'assistenza psichiatrica, sia territoriale che ospedaliera, in Trentino è pari a 95 euro, contro i 71,9 di media nazionale.

Infine gli accessi in pronto soccorso per gruppo diagnostico: in Trentino ci sono stati 3.537 ingressi, ci cui 336 per schizofrenia, 2 per mania e disturbi affettivi bipolari, 327 per depressione, 1.688 per sindromi nevrotiche, 495 per disturbi della personalità, 420 per alcolismo e tossicomanie, 171 per demenze e 98 per altri disturbi psichici.

Nella nostra provincia gli antidepressivi in regime convenzionato venduti sono stati 360.603 per una spesa lorda di 3,7 milioni di euro, mentre le confezioni di antipsicotici sono state 55.599 con una spesa di mezzo milione di euro.













Scuola & Ricerca

In primo piano