Intesa in Provincia per il rinnovo ai lavoratori pubblici, ma la Cgil non ci sta
Riguarda 38 mila lavoratori, aumento medio di 150 euro lordi al mese, firmano Cisl, Uil e Fenalt (che non nasconde le critiche): previsto il recupero parziale dell'inflazione, aumenti che dal 2024 sarebbero del 7,81%. La Camera del lavoro: “Una presa in giro, risorse del tutto insufficienti"
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TRENTO. Siglata l'intesa fra i sindacati (ma non la Cgil) e la Provincia per un parziale recupero dell'inflazione del triennio 2022-2024 e per gettare le basi del rinnovo del contratto 2025-2027.
Ieri sera, lunedì 24 giugno, le firme sul protocollo d'intesa tra la giunta provinciale e i sindacati Cisl, Ul e Fenalt (qui sopra la foto diffusa dall'ufficio stampa). Per i circa 38 mila lavoratori del settore pubblico trentino l’intesa complessivamente muove fondi per oltre 450 milioni di euro, l'aumento medio è di 150 euro lordi al mese (dipende dalle posizioni individuale di qualifica e anzianità).
Ma la Cgil denuncia una "presa in giro" ai danni dei dipendenti provinciali: “Non intendiamo avallare - si legge in un comunicato - quella che a nostro avviso è una presa in giro per le lavoratrici e i lavoratori del sistema pubblico trentino.
Il presidente Fugatti ancora una volta non mantiene la parola data e si rimangia la promessa di operare per il recupero del reale potere d'acquisto delle buste paga dei lavoratori pubblici trentini" dichiara la Cgil.
"La giunta provinciale - prosegue la Cgil - rischia così di usare il positivo anticipo del contratto 2025-2027 come uno specchietto per le allodole, che tende a nascondere un’altra verità e cioè che le risorse per il triennio 2022-2024 sono del tutto insufficienti al recupero dell’inflazione che nel periodo ha falcidiato salari e pensioni e ridotto ulteriormente il potere d’acquisto delle retribuzioni dei dipendenti pubblici trentini.
L’esatto opposto dell’impegno assunto in Consiglio provinciale un anno fa dal presidente Fugatti.
Del tutto insufficiente l'aumento di un 1% aggiuntivo rispetto al 6,83% e di una ulteriore limitata una tantum. Di fatto la Giunta si assume la responsabilità di tagliare la capacità di spesa dei dipendenti pubblici, con un rinnovo contrattuale che si ferma al di sotto dell’8% a fronte del 16% circa dell'inflazione calcolata in base all’indice Ipca depurata dai prezzi dei beni energetici importati.
Va peraltro precisato che gli ulteriori 117 milioni di euro annunciati da piazza Dante per l'assestamento non sono altro che gli arretrati già previsti a copertura degli aumenti già fissati e pari al 2,72% per il 2022 e al 3,74% il 2023 a fronte rispettivamente di un indice IPCA del 6,6% e del 6,9% certificati dall’Istat".
Il sindacato Fenalt ha accettato l'intesa ma non nasconde le critiche a fronte di un aumento che dal 2024 risulterà del 7,81%: "Abbiamo deciso di firmare perché non vediamo margini realistici per andare oltre e perché riteniamo di essere riusciti ad ottenere un recupero parziale dell'inflazione che davamo per perso, e risorse fresche per i settori più sofferenti dei comparti, Apss, Apsp e Comuni, per i quali il tema della fidelizzazione dei lavoratori e dell'attrattività è fondamentale. Non è una risposta che ci soddisfa ma alla luce degli spazi che lasciava il vecchio protocollo diciamo che non vediamo possibilità di andare oltre, soprattutto perché non c'è una compattezza sindacale su un obiettivo preciso", dichiara il segretario generale Maurizio Valentinotti.
L'annuncio dell'intesa è arrivato con questa nota stampa della Provincia: "Nella serata di oggi in Sala Belli, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ed i sindacati hanno firmato un innovativo protocollo di intesa per il rinnovo dei contratti collettivi per il nuovo triennio 2025-2027 e per la chiusura del triennio 2022-2024.
L’intesa complessivamente muove fondi per oltre 450 milioni di euro, compresi quelli per l’attrattività e il trattenimento del personale delle case di riposo, dei Comuni e della sanità, nonché quelli per il personale del comparto sanità relativamente a nuovo ordinamento professionale e armonizzazione. Nel documento sono anche compresi i fondi per chiudere il triennio 2022-2024. Le risorse riguardano circa 38 mila dipendenti pubblici trentini e saranno oggetto di autorizzazione con la manovra di assestamento in fase di predisposizione.
“Siamo molto soddisfatti - è il commento del presidente Maurizio Fugatti - perché abbiamo concordato un passaggio sul quale come Giunta ci siamo impegnati per dare anzitutto un segnale sul tema della tenuta dei salari, a partire dal comparto pubblico. Un’assunzione di responsabilità dunque da parte dell’ente pubblico per i propri dipendenti, nella convinzione che questo possa essere un esempio - anche a livello nazionale - a sostegno del potere d’acquisto e in definitiva a vantaggio dell’economia del nostro territorio.
Quello sottoscritto oggi è la dimostrazione che la Giunta provinciale riconosce la qualità del lavoro dei dipendenti pubblici e ringrazio tutte le strutture tecniche che hanno supportato l’esecutivo nel raggiungimento di questo importante risultato, esito di un processo dal carattere fortemente innovativo”. Il protocollo di intesa è frutto del Tavolo di confronto con le parti sociali in materia di retribuzioni in Provincia di Trento, attivato nel corso del 2024.
In questa sede è stato rilevato che le retribuzioni - sia nel settore privato che nel settore pubblico - in Trentino sono mediamente più basse rispetto all’Alto Adige e, in taluni casi, anche rispetto al nord-est.
Da questo, sono partiti i lavori di confronto tra la Provincia (rappresentata dal Dirigente generale del Dipartimento organizzazione, personale e innovazione Luca Comper) e le organizzazioni sindacali dei vari comparti del pubblico impiego, che sono arrivati a definire i contenuti del protocollo. All’approssimarsi della scadenza della stagione contrattuale 2022-2024 per il personale del sistema pubblico, la Giunta provinciale ha fortemente voluto fin da subito, in occasione dell’imminente manovra di assestamento 2024, prevedere le risorse per il finanziamento del triennio contrattuale 2025-2027, con lo scopo generale di perseguire una politica dei redditi che metta al centro lo stimolo della domanda di beni e servizi e, quindi, la necessità di sostenere il potere d’acquisto di singoli e famiglie. L’accordo, inoltre, mira a proseguire nel settore pubblico provinciale la valorizzazione professionale del lavoro pubblico anche con sistemi di premiazione legati alle competenze e alle capacità concretamente dimostrate dal personale e con percorsi di crescita e di aggiornamento professionale strutturati e continui.
Obiettivi del protocollo anche la transizione all'innovazione attraverso l’introduzione di sistemi di intelligenza artificiale e la revisione dei sistemi di classificazione professionale. Il protocollo prevede, inoltre, un incremento del contributo a carico del datore di lavoro per la previdenza complementare (Laborfonds). A corollario, per rafforzare la politica di sostegno dei redditi dei lavoratori pubblici, è previsto un addendum recante una procedura innovativa e sperimentale di confronto tra IPCA (indice dei prezzi al consumo armonizzato) realizzato e programmato da applicare ai rinnovi contrattuale dei trienni 2025-2027 e 2028-2030", conclude il comunicato stampa della Provincia.