Quella volta che Sophia Loren fece impazzire Merano e stregò lo spazzacamino
I 90 anni dell’attrice. Nel gennaio del 1956 fu l’ospite d’onore a una cena di gala al Grand Hotel Bristol
Bolzano. L’atomica. La pizzaiola. La maggiorata. La supermaggiorata. Lo stuzzicadenti. Anni luce fa, nel lontano 1956, sulla carta stampata non si andava per il sottile. Così, (l’atomica, la pizzaiola, la maggiorata...), era stata annunciata in arrivo a Merano “in data sabato 28 gennaio”.
Sophia Loren ha compiuto 90 anni lo scorso 20 settembre. Nel gennaio ’56, di anni, ne aveva solo 22. Ma lei era già lei: “La Loren”. Nonostante i 22 anni, i vari nomignoli da caserma che puntavano sulla bellezza esplosiva e il seno generoso, era tutto tranne che una bambola muta da esporre in vetrina. Un carattere forgiato da un’infanzia difficile e senza padre. Con una madre che la catapultava da un concorso di bellezza all’altro in un ambiente pronto a divorarla, aveva imparato subito a riconoscere i pescecani. E a difendersi attaccando.
Nel ’56 aveva già girato trentaquattro film. Titoli passati alla storia del cinema italiano (e non solo). Tipo “Pane, amore e...”, dove stendeva il maresciallo De Sica (Vittorio) ballando Mambo italiano. (La regia era di Dino Risi). O L’oro di Napoli con Totò (e regia di De Sica), dove cucinava la pizza fritta nell’olio bollente con la scollatura ben in evidenza (da cui “la pizzaiola”, a cui la stampa italiana si attaccò come una patella allo scoglio). O Miseria e nobiltà di Mario Mattoli, sempre con il principe De Curtis. O La tratta delle bianche di Luigi Comencini.
Sophia e Papa Giovanni
Tornando a bomba: cosa ci faceva Sophia Loren, una diva con i piedi a Hollywood, in riva al Passirio? Semplice: una comparsata, un passaggio da “celebrità” dietro compenso. Madrina del “gran ballo annuale dell’Automobil club di Bolzano” nei saloni del Grand Hotel Bristol del vulcanico Arnaldo Bennati, ricchissimo armatore genovese che voleva fare di Merano la nuova Saint Moritz.
Due anni prima, sempre lei, aveva “benedetto” l’inaugurazione del Bristol insieme al patriarca di Venezia Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII. Oggi ci si accontenta di tronisti, meteore decadute dello spettacolo e influencer in perizoma cooptate da Temptation Island. Negli anni ’50 si chiamavano star e pontefici.
Altri tempi, altro stile.
L’arrivo di Sophia a Merano era stato anticipato dall’Alto Adige.«Da giorni - annotava il cronista - è iniziata una “caccia al tesoro”, vale a dire al biglietto d’invito, per vedere una delle due “atomiche” (e ridaje, ndr) dello schermo italiano. Una delle più fotografate, intervistate e polemiche attrici italiane del momento, in particolare dopo le note vicende del duello oratorio con Gina Lollobrigida».
Il “duello” infiammava un’Italia che voleva scrollarsi dalle spalle la polvere mefitica della guerra e delle macerie. La Bersagliera era imbestialita perché Sophia le aveva soffiato il posto nel terzo capitolo dei vari “Pane, amore...”. La bagarre faceva vendere giornali, riempiva di chiacchiere i bar peggio di Coppi/ Bartali o del divorzio Fedez/ Ferragni.
La carezza
Comunque, il grande giorno, sabato 28 gennaio, Sophia arriva a Bolzano “in vagone letto alle ore 7.55 accompagnata dal regista Basilio Franchini, quindi ha proseguito in macchina alla volta di Merano dove è arrivata verso le 8.30. L’attrice si è ritirata subito nella sua camera (al Bristol) dalla quale è uscita solo nel pomeriggio per ricevere un singolare omaggio della città di Merano: tre spazzacamini hanno voluto porgere l’augurio dei meranesi».
Foto della divina, mentre, accondiscendente come una vera regina, accarezza sulla guancia velata di fuliggine uno dei tre emozionatissimi Kaminkehrer col cappello a cilindro e il tradizionale costume nero a bottoni oro. «Sono entusiasta della pace e della tranquillità di Merano - dice lei in modalità “pilota automatico” firmando autografi a tutto spiano -. Conto di ritornarci al rientro dalla Spagna». (A Madrid l'aspettavano Frank Sinatra e Cary Grant per la prima de “L'orgoglio e la passione”, ndr). Salutati gli spazzacamini, prosegue la cronaca, «Sophia ha voluto fare un breve giro per la città. Particolare curioso, la direzione del Grand Hotel Bristol ha dovuto chiedere l'intervento di alcuni agenti in borghese della PS perché davanti all’ingresso c’era una grande folla che tentava di entrare per vederla».
La sera, alle 22.30 in punto, “bellissima e spumeggiante”, scende dall’ampio scalone del Bristol “a calmare la lunga attesa delle numerose centinaia di persone convenute da molti centri della provincia e in particolare da Bolzano”.
Indossa “un prezioso abito da sera di raso bianco”, che le lascia libere le spalle ancora abbronzate. «Dopo aver sostato un attimo all’ultimo gradino della scala per posare davanti ai fotografi, è stata accompagnata nel salone centrale dove la festa era in pieno svolgimento. La popolare attrice ha preso posto al tavolo d’onore avendo alla sua destra il dott. Marchione vice commissario del governo e alla sua sinistra l’ingegner Donati, presidente dell’Auomobil Club Bolzano. Nel corso della elegante festa, animata dai rappresentanti della più bella società altoatesina, sono state presentate alcune signorine di Bolzano e Merano debuttanti in società». Segue elenco delle “emozionate damigelle”.
A mezzanotte l’ingegner Donati le consegna «un’artistica medaglia d’oro quale riconoscimento delle sue doti artistiche. Il sindaco di Merano avvocato Vinci le ha voluto porgere personalmente il saluto della città».
Archiviati saluti, targhe, autografi, sorrisi, due giri di ballo con il commendator X e l’avvocato Y, stretta la mano a sindaco, viceprefetto e presidente dell’Aci, respinto qualche tentativo goffo di corteggiamento, Sophia si ritira in camera per una sana dormita.
La pizzaiola.
Domenica mattina si alza poco prima di mezzogiorno. S’infila la pelliccia di astrakan e, giustamente, cerca un ristorante. “Che non sia una ciofeca”, dice diretta. Chiede qualcosa di speciale, perché lei a mangiare bene ci tiene.
Il giorno dopo l’Alto Adige titolerà: “La pizzaiola tra i fornelli”. Foto: lei in astrakan che chiacchiera con lo chef della Forst. Testo: «Sophia Loren, meglio nota nel mondo del cinema come la “pizzaiola”, colta dal nostro fotografo tra i lucenti fornelli del noto ristorante cittadino. Prima di lasciare Merano ha pranzato al ristorante di Corso Libertà, fatta segno della curiosità di numerosi ospiti del locale, ha espresso lei stessa il desiderio di visitare le cucine».
Purtroppo non è stato tramandato ai posteri il menù. Speriamo solo non se la siano cavata con un paio di knödel annegati nel burro. La Loren, infatti, è una cuoca eccellente, ha un palato da gourmet, e ha scritto innumerevoli libri di ricette. Per i suoi 90 anni ha chiesto la migliore burrata con pesto alla genovese, spaghetti al pomodoro con pomodori San Marzano innaffiati di basilico fresco e una spigola d’amo pescata due minuti prima...
Nel ’56, la puntata altoatesina di Sophia prosegue in auto fino a San Candido, dove firma un’altra valangata di autografi e posa per decine di foto che oggi chiameremmo selfie. Poi scavalla in Veneto: è attesa a Cortina per una passerella alle olimpiadi invernali. (Potrebbe essere una buona idea invitarla nel 2026).
Per la cronaca: lo spazzacamino “benedetto” con la carezza si chiamava Von Tavonati. Si fece fare un copia dello scatto da Fotocelere e la custodì come una reliquia per tutta la vita. Ancora oggi la conservano i suoi familiari.
Il Bristol non c’è più, al suo posto è spuntato un centro commerciale.
Se qualcuno tra i nostri lettori e le nostre lettrici (magari “le emozionate damigelle”) ha ricordi o foto di quella serata, può scriverci a bolzano@altoadige.it