Pensiamoci bene, ai Giochi delle Dolomiti
I tirolesi hanno detto "no", per la terza volta, ad una seconda edizione dei Giochi olimpici invernali, dopo quella di Innsbruck 1976. Un dato che dovrebbe invitare a riflettere. Tiziano Mellarini, assessore provinciale trentino allo Sport, non ha atteso invece nemmeno che le urne oltrebrennero fossero chiuse, per rilanciare il progetto - a lui carissimo - delle Olimpiadi dolomitiche: Trento, Belluno e Bolzano (ma il livello di coinvolgimento dei potentissimi "cugini" altoatesini non è chiaro, e anche questo fa pensare) assieme per tagliare l'unico traguardo che manca a dirigenti sportivi ed amministratori, i nostri, che hanno già organizzato Mondiali di sci alpino, sci nordico e biathlon e le Universiadi, per non parlare delle decine di gare di Coppa del Mondo di tutti gli sport invernali. Il progetto è affascinante, bocciarlo a priori sarebbe sciocco. Ma un'Olimpiade invernale - checché ne dica, anche dalle colonne di questo giornale, il presidente della Fisi Roda - comporta investimenti importanti: pensiamo, ad esempio, all'impianto di bob e slittino e ad un ovale al coperto per il pattinaggio velocità. In Trentino, Alto Adige e nel Bellunese non farebbero forse la fine di quelli di Torino 2006, ma i costi (di realizzazioone prima e di gestione poi) di queste ed altre strutture impongono una riflessione ad un livello più alto dei sogni di questi ultimi giorni.
Twitter: @mauridigiangiac
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