La Svp di Bolzano e quella (che torna a contare) di Roma
La politica è anche l’arte del paradosso. Prendete la Svp. A Roma torna ad essere determinante ago della bilancia e qui è a una sorta di bivio. Al Senato, infatti, il governo è in affanno: in cambio dell’agognato sostegno della Svp, sarà dunque più che mai generoso con il nostro territorio. Ciò malgrado, all’insediamento di Conte il partito di raccolta pensa di astenersi: non per alzare la posta, ma - e torniamo al bivio bolzanino - per non far venire l’orticaria all’alleato locale leghista.
Nello spazio di un respiro, l’alleanza ovvia (e conveniente) che poco meno di un anno fa, anche alla luce del voto dei bolzanini, ha portato alla nascita del Kompatscher bis, ora diventa un’intesa anomala. Col Pd che fa pesare all’ex alleato la scelta d’aver lasciato fuori dalla porta chi fino al giorno prima aveva condiviso praticamente l’intero cammino dell’autonomia, con atteggiamenti di fedeltà che talvolta hanno ricordato quelli di vassalli e maggiordomi.
La Svp ha sempre avuto più anime. Ma - eccezion fatta per le stagioni berlusconiane - il partito ha sempre scelto di essere filogovernativo quanto basta. Scelta che ha premiato: in termini di competenze, ma non solo. Ora emergono però due visioni contrapposte, in via Brennero: quella di chi non ha mai nascosto di preferire il centrosinistra alla Lega e quella di chi invece avrebbe garantito fiducia eterna a Salvini, anche prescindendo dal nuovo matrimonio con i leghisti in Provincia. In ballo non c’è solo il presente, ma anche il futuro. Il governatore Kompatscher non ha mai fatto mistero della sua allergia al sovranismo e a molti atteggiamenti salviniani. L’Obmann Achammer, invece, in più di un’occasione, ha fatto capire di preferire Salvini a Renzi. Scrivo Renzi, perché è con l’allora leader indiscusso del centrosinistra che si strinse l’accordo che permise di tornare in Parlamento a Maria Elena Boschi - che già s’immaginava come preziosa sponda di un governo che poi non nacque - e a Gianclaudio Bressa, sempre utile per la Svp nelle complicate stanze romane. In meno di un anno è cambiato tutto due volte e la stella di Arno torna all’improvviso a brillare più di quella di Philipp. Gli equilibri locali ne risentiranno? C’è persino chi s’aspetta un rimescolamento in Provincia e un rafforzamento di Caramaschi nell’ormai imminente corsa per il Comune di Bolzano. Tutto è possibile. Ma una cosa è certa: la Svp è di nuovo determinante a Roma. Il che l’aiuterà non poco anche nella gestione di alcune partite tutte altoatesine.
Meno tranquilla sarà invece la navigazione del tandem Kompatscher-Fugatti: il presidente trentino leghista si trova infatti spiazzato da quanto sta accadendo a Roma e potrebbe faticare ad appoggiare alcune delle scelte che lui e il Landeshauptmann dovranno per ovvie ragioni condividere. Iniziano tempi nuovi.