Bolzano ha bisogno (in ogni senso) di respirare
Caramaschi inizia a fare le valigie. Per scaramanzia: a maggio vorrebbe infatti ovviamente concedere il bis. Il sindaco di Bolzano questa volta dovrà però affrontare non una, ma ben due sfide. La prima è tutta interna a quel che resta del centrosinistra. Non manca infatti chi vorrebbe voltare pagina; anche se di un candidato alternativo, in quest’area, non sembra esserci traccia. Più d’uno vorrebbe però attaccarsi al tram (della sconfitta del sindaco) per disarcionare capitan Renzo, giudicato da sempre grandicello e fin troppo indipendente. Come se non bastasse, la Svp cittadina, sempre più decisa ad andare al primo turno con un proprio candidato sindaco, rischia di rendere molto più aperta la partita. Del resto, non è nemmeno facile, per la Svp, camminare col centrosinistra in città e col centrodestra in Provincia. Molto più semplice tenersi le mani libere, con la consueta disinvoltura: al secondo turno, a quadro più chiaro, saltare sul carro del vincitore sarà molto più semplice.
La seconda sfida, per Caramaschi, è ovviamente tutta esterna: il centrodestra bolzanino sente infatti odor di vittoria e questa volta vuol provarci davvero. Trovare un candidato in grado di tenere insieme la coalizione è però meno facile del previsto. Si potrà poi parlare ancora di coalizione, considerato ciò che sta accadendo in area berlusconiana, dove persino la fedelissima Michaela Biancofiore ha deciso di lasciare re Silvio? Un caos, questo, che non può che aiutare Caramaschi. Ma è come sempre tutto in movimento. A proposito di movimento: muoversi, a Bolzano, è sempre un’impresa. Nel suo discorso di fine anno, il presidente Kompatscher ha in un certo senso tirato le orecchie ai bolzanini (perché hanno perso il tram). E ci ha ricordato che i tempi, per le vere rivoluzioni della viabilità, saranno inesorabilmente lunghi. Però ha garantito un bel gruzzoletto per affrontare la questione delle questioni: un milione di euro per la città. Il mimino, dirà qualcuno. Ma non c’è mai nulla di scontato, in un territorio che con alcune scelte della Provincia ha trasformato in più di un’occasione il capoluogo in periferia. Puntare ora quasi tutto su viale Trento è come dare dello sciroppo per la tosse a un malato (di traffico) terminale. Ma si spera che poi si cerchi di fare davvero qualcosa di più e di diverso. Bolzano - come anche questi ultimi giorni hanno dimostrato - ha estremo bisogno di respirare.