Il diavolo fra mito e realtà, la raffigurazione del malvagio

Il tema sarà affrontato domani nell’incontro letterario in programma a Comano Giuseppe Gottardi: «Siamo il “Furore dei Libri” quindi non c’è Satana che tenga»


di Fausta Slanzi


di Fausta Slanzi

Il diavolo: mito o realtà? “Il Furore dei Libri” approfondisce questo particolare soggetto e squaderna la letteratura a lui dedicata. Succede a Comano, per la rassegna Trentino d'Autore, domani alle 17. Giuseppe Gottardi, presidente dell'associazione culturale nota anche come Amici della Biblioteca Civica di Rovereto, aiuterà il pubblico a entrare in una tematica che, ancora oggi, fa discutere molto ed è al centro di fenomeni controversi. L'ottavo incontro del salotto letterario di Comano festeggia il suo venticinquesimo compleanno coinvolgendo, anche, i futuri accaniti lettori (speriamo) e, perchè no, scrittori. Saranno infatti quattro ragazze/i dell'Istituto comprensivo Giudicarie Esteriore a passare idelamente il testimone fra gli scrittori affermati di oggi e i narratori di domani.

Coordinati da Elena Valduga, una professoressa che ha a cuore la formazione (vera) dei giovani, proporranno una riflessione sul significato di “Lasciami andare”, tema del concorso Furore dei Libri 2014. I ragazzi della secondaria di 1° grado dell'istituto giudicariese leggeranno tre racconti, focalizzeranno la loro attenzione e quella del pubblico sul tema del viaggio, concluderanno il loro intervento dedicandolo al “paese delle meraviglie” inteso come Valli Giudicarie e, in questo contesto, rifletteranno su Alice nel paese delle meraviglie.

Lettura, scrittura, viaggio e territorio, un buon modo per accrescere la consapevolezza dei giovanissimi che si affacciano sul mare della vita.

Nel Palazzo delle Terme, cioè il luogo degli incontri di Trentino d'Autore è allestita, fino al 22 agosto, la mostra “Parole per strada”, una selezione di racconti che hanno partecipato all'omonimo concorso, organizzato dal Furore dei Libri. Tema, quello preso in esame dai ragazzi: lasciami andare.

Abbiamo intervistato Giuseppe Gottardi per capire meglio il tema centrale di questo appuntamento con “Trentino d'Autore”.

Il diavolo: comunque lo si voglia inquadrare continua ad essere attuale da molti secoli e, forse, lo è ancora di più nei momenti di profonda incertezza sociale?

«Al giorno d’oggi, se uno inserisce su Internet la parola Satana si ritrova con più di 3 milioni di riferimenti. Con il termine diavolo supera i 13 milioni... I due termini assieme raggiungono quello di Gesù. Ma Buddha e Krishna lo surclassano dall’alto dei quasi 98 milioni di riferimenti per entrambi. Al contrario Confucio e Maometto quasi scompaiono...».

Eppure se si indaga, il re del Male assoluto non ha lasciato alcun libro; niente linee guida. Non tiene corsi e non ama nessuno, neanche i cosidetti adepti: i satanisti. Egli odia tutto e tutti. Odia anche sé stesso.

«In quasi tutte le religioni, antiche e moderne, c’è la raffigurazione letteraria o artistica di uno spirito malvagio».

Satana esiste, questo è certo per la dottrina cristiana. Ma la credenza nel demonio è legata alla storia delle varie civiltà e assume di volta in volta aspetti diversi, come diversi sono stati i modi per combatterlo.

«In certi secoli il problema della lotta contro il potere del demonio si è fatto particolarmente assillante e ha inciso sul costume. Basti pensare, alla stregoneria del XVI secolo. Oggi invece la psichiatria ha reso più indulgenti coloro che son chiamati a giudicare; infatti, fino a che punto il malvagio è veramente colpevole? E fin dove arriva l’opera disgregatrice e distruttrice della nevrosi? A queste valutazioni si aggiunge l’opera della fantasia creatrice dell’uomo, che tanto spesso si è ispirata al demonio ed ha lasciato capolavori di stupenda intensità, sia nelle arti figurative che nelle lettere».

In che dimensione possiamo inquadrare il diavolo all'inizio del terzo millennio?

«Spiritualmente parlando Satana è sempre in attesa. Tesse le sue trame. E’ uno stratega perfetto. Scientificamente parlando Satana non esiste come, di concerto, non esistono Dei e religioni. Tutto viene liquidato come fantasia. Dunque: mito o realtà. Ai posteri l’ardua sentenza. Cercheremo di inquadrare questo particolare soggetto nella storia dell’umanità per poi, subito addentrarci nella letteratura a lui dedicata. Siamo o non siamo il “Furore dei Libri”? E quindi: non c’è diavolo che tenga».

Lei è medico e ha una grande passione per i libri: quali gli ambiti della sua scrittura?

«Un grande amore per la storia e per il libro in generale. La bibliofilia e la bibliografia sono i generi a cui più mi dedico. Penso che tutto risalga ad un’infanzia avara di libri per soli motivi economici. Ho perso tanto tempo nella mia biblioteca di Rovereto fin da quando ho acquisito una discreta autonomia. Anche l’incontro con tanti insegnanti bravi e capaci ha senz’altro contribuito a sviluppare questa passione».

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