Edvard Munch oltre L'urlo, visione di un artista unico



(di Elisabetta Stefanelli) (ANSA) - ROMA, 10 FEB - L'Urlo ha portato nel mondo il ''Grido interiore'' di Edvard Munch rendendolo celebre, anzi popolare, ma ora la mostra che con questo titolo si inaugura a Palazzo Bonaparte a Roma, rilancia la sua figura di artista complesso, poliedrico - finora eccessivamente schiacciato sul tema del 'maledetto -, e in un percorso (quasi) cronologico arriva dalla materializzazione del cupo tormento interiore dei primi quadri, alla ricerca personale e artistica che attraversa molte morti e rinascite, fino alla luce serena del colore della campagna nelle ultime prove, passando attraverso grafica, fotografia, cinema.
    Cento capolavori, e qui non è un modo di dire, in un pregevole allestimento che ne esalta la bellezza in collaborazione col Museo Munch di Oslo, dopo il record di visitatori nella tappa di Palazzo Reale: Arthemisia li porta a Roma nell'anno del Giubileo fino al 2 giugno, dove una mostra sull'artista norvegese, mancava da decenni.
    ''In moltissimi conoscono L'Urlo di Munch - spiega all'ANSA la curatrice della mostra Patricia G. Berman, tra le maggiori studiose dell'artista, qui in collaborazione con Costantino D'Orazio - ma ignorano la sua influenza e i suoi tanti modi diversi di esprimersi. Munch era un grande sperimentatore, per le stampe era tra i più bravi del Ventesimo secolo ad esempio e qui abbiamo cercato di mettere l'accento sul suo modo di lavorare, investigando il tema della vista che per lui era centrale''. ''La mostra è più che cronologica - aggiunge - e il suo sviluppo è intorno alla fascinazione, da quella per la psicologia e la memoria a quella per il colore''. Spiega ancora Berman che ''una delle cose che Munch diceva sulla sua missione come artista è che voleva rappresentare gente che vive e che ama, in modo completo, con la tragedia della perdita, la forza della passione, uomini come animali e potere delle donne. Nella sua vita ha espresso non solo la bellezza ma anche la vulnerabilità, il perdere la cognizione dei ruoli che nel Ventesimo secolo sono un fatto politico ed erotico insieme''.
    L'uomo e la donna sono infatti al centro della sua ricerca - dagli autoritratti, ai nudi -, nelle trasformazioni che l'anima gli impone in un racconto senza intermediazioni e con una forte influenza di artisti come van Gogh, Gauguin, Matisse che pure non offusca l'originalità della sua pennellata di anticipatore dell'Espressionismo, e apripista per molti artisti del secondo Novecento che hanno seguito i suoi passi di stupefacente modernità. Quindi a Palazzo Bonaparte viaggio in due piani, sette sezioni, presentato stamani e visitabile da domani, con alcune tappe imprescindibili come la morte di Marat, Notte stellata, Le ragazze sul punte, Malinconia, Danza sulla spiaggia. Mentre per L'Urlo c'è praticamente solo l'obbligo della citazione nella proposta di una - pur splendida - delle versioni litografiche.
    La mostra gode del patrocinio del Ministero della Cultura, della regione Lazio, del Comune di Roma - assessorato alla Cultura -, della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma e del Giubileo 2025 - Dicastero per l'evangelizzazione. Main partner è Fondazione Terzo Pilastro- Internazionale, con Poema. (ANSA).
   









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