Miele, la produzione stimata crolla del 50% e i consumi restano al palo
Doppio fenomeno: perdita del potere di acquisto delle famiglie e continua crescita delle importazioni extra Ue a prezzi bassissimi
ROMA. Cala la produzione primaverile del miele del 10-15% rispetto alle attese, ma per quella estiva, la più abbiondante, si prevede un crollo del 50%. A questo si somma il fatto che i consumi restano al palo. A fare il punto con l'Ansa è Riccardo Terriaca, segretario generale dell'associazione Miele in cooperativa, con i suoi 10mila apicoltori in tutta Italia. "La situazione non sarà del tutto omogenea in tutti gli aeali - avverte Terriaca - ma quello che preoccupa maggiormente gli apicoltori è la difficile situazione di mercato che continua a perdurare".
E' doppia, infatti, la congiuntura sfavorevole che li colpisce, spiega il segretario, "da un lato la perdita del potere di acquisto delle famiglie che penalizza l'acquisto dei prodotti alimentari di qualità, soprattutto quelli considerati non di prima necessità, e, dall'altro, la continua crescita delle importazioni extra Ue che arrivano a prezzi bassissimi, accompagnati, il più delle volte, da non pochi dubbi sulla origine e sulla sicurezza alimentari, oltre che sul mancato rispetto nei processi produttive di regole in materia di diritti sociali e rispetto dell'ambiente".
"Ci apprestiamo a vivere un'altra ennesima stagione difficile - sottlinea Terriaca - le aziende sono messe a dura prova e stanno iniziando a cedere". Ogni giorno, infatti, l'associazione registra la chiusura di aziende professionali o la drastica riduzione del numero di alveari allevati, nel disperato tentativo di contenere i costi fissi. "I numeri non sono ancora definitivi ma la situazione è tutt'altro che rosea", conclude il segretario, secondo il quale è necessario mettere in campo azioni concrete ed efficaci per provare a contrastare una situazione che sta diventando strutturale.