la storia

Tiziana, la farmacista atipica

Dalle private alle comunali per «allargare gli orizzonti, aiutare le persone a diventare consapevoli


Daniele Peretti


TRENTO. Tiziana Huez da fine mese non sarà più la farmacista di Piedicastello dove era arrivata nel maggio del 2021 con tanti timori e tante paure: era la sua prima esperienza da direttrice. Dopo parecchi anni, 17 per la precisione, Tiziana ha lasciato il settore privato per quello comunale perché più aperto alla sua volontà di "andare oltre il bancone".

«Non sono una farmacista tradizionale, anzi direi che sono atipica. Mi piace divulgare, spiegare, aiutare le persone a diventare consapevoli del proprio stato di salute, ma anche delle cure. Questa mia voglia di conoscere mi ha portato a preferire alla tradizionale facoltà di Farmacia, quella di Chimica e Tecnologia Farmaceutica».

Dopo il diploma al Liceo Scientifico Rosmini di Rovereto, Tiziana Huez si laurea a Ferrara ed è a Gardolo che svolge il tirocinio post laurea, ma anche dove decide di rimanere per dieci anni. Poi con la prima gravidanza la scelta di avvicinarsi a casa, abita a Pomarolo e per 8 anni fa la farmacista a Mori. Con questi presupposti la scelta di entrare a far parte del mondo delle comunali, andrebbe spiegata.

«Per quello che volevo fare, il privato mi andava troppo stretto. Ho scelto le Comunali che ringrazio perché hanno avuto fiducia in me, per poter allargare i miei orizzonti: sono potuta diventare docente dell'Università della terza età, partecipare a una serie di trasmissioni televisive di divulgazione sanitaria e sotto questo aspetto prendere parte agli incontri territoriali. In più sono anche tra le coordinatrici della nostra rivista FarmaCom».

E così Tiziana Huez ha messo le ali arrivando ad avere la massima soddisfazione anche nel ricordo della nonna.

Una persona speciale. Classe 1912 era una sfollata della Stiria arrivata in Val di Gresta a Ronzo Chienis ed era diventata un punto di riferimento per la Valle. Andavano da lei per farsi le punture, per farsi spiegare una cura, per i suoi prodotti realizzati con le erbe officinali. In pratica faceva gran parte di quello che avrebbe potuto fare se solo avesse potuto studiare. Lei così come la mamma mi hanno sempre detto di fare quello che mi sentivo, senza limiti. Per me è una sorta di eredità transgenerazionale che mi ha permesso di fare tutto quello che ho fatto.

Arriva a Piedicastello e
Una grande paura di non riuscire a vincere quella sfida professionale che mi ero cercata da sola. Poi già al secondo giorno esco dalla farmacia e mi trovo in una piazza splendida in mezzo al verde, la gente che mi salutava e da quel momento mi sono convinta della validità della mia scelta. Ed oggi posso dire che oltre a molte storie personali, conosco tanti clienti per nome... mi fa ricordare mia nonna.

Che ricordo avrà di Piedicastello?
Un cioccolatino, dove ho incontrato gente bella che mi ha accolto senza tentennamenti.

C'è una persona che ricorda con piacere?
Una signora ancora giovane con la quale ho condiviso il percorso della sua malattia con momenti molto intensi. Non aveva parenti diretti se non la sua famiglia d'origine, mi ha colpito il rispetto nei confronti di sua mamma per metterla per quanto possibile al riparo dalle conseguenze della sua patologia. Quando i famigliari mi hanno portato un suo ricordo ho pianto, tanto.

Cosa dirà a chi prenderà il suo posto?
Sarà la dottoressa Elena Lovadina attualmente alla farmacia comunale di Meano alla quale dirò che è stata fortunata ad arrivare in una realtà bella come quella di Piedicastello e che la gente la aiuterà a "farsi dentro ".

Pare proprio innamorata di Piedicastello, ma allora perché lo lascia?
Sinceramente sono stata molto combattuta: metà favorevole e metà contraria. Ma alla fine l'avvicinarmi a casa ha influito molto. Sono due volte mamma, i figli crescono ed è necessario per me esser loro vicina. Diciamo che ha prevalso la scelta di vita.

Una soddisfazione di questi anni?
Lo scorso Natale sono stata sommersa di cioccolatini, panettoni e tutto quanto la gente aveva la possibilità di portarmi. Una dimostrazione d'affetto che mi ha colto impreparata: è stata una bella emozione. Poi è vero che c'è molta solitudine e le persone, specialmente gli anziani, cercano disperatamente qualcuno che li ascolti. Alla fine non sei più solo la farmacista, ma anche un'amica.

Come ha vissuto l'esperienza Covid?
Per noi farmacisti un anno che è stato come dieci. La gente cercava disperatamente spiegazioni, rassicurazioni che non sempre potevamo dare. Non si poteva uscire di casa e molti venivano in farmacia solo per parlare con qualcuno. Un po' si ascoltava, ma poi si doveva farli uscire per far posto a chi era in fila e non sempre capivano.

Una delusione?
Con soddisfazione posso dire nessuna. Certo qualche momento difficile c'è stato, ma alla fine ha sempre prevalso il senso di comunità, di reciproco aiuto e rispetto.

Arriva il momento dei saluti, cosa vuol dire alla comunità di Piedicastello?
Un enorme grazie. Mi ha fatto sentire sicura al di là delle mie paure e delle mie ansie. Mi ha accolta senza problemi pur dovendo prendere il posto della dottoressa Fiorenza che per anni era stata un punto di riferimento per tutti. Di certo mi torneranno in mente tutti anche perché li porto nel mio cuore. Sono arrivata timorosa e dubbiosa e lascio sicura e convinta di quello che posso fare. Che dire? Grazie a Piedicastello con le lacrime agli occhi.
 













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