Slalom, Deville e Thaler ai Mondiali in ballottaggio

Sci alpino. Il d.t. azzurro non ha ancora sciolto ufficialmente la riserva Ma il fassano non ci sta: «È giusto vada Thaler, il team event non lo faccio»


di Luca Franchini


TRENTO. Manca ancora l'ufficialità, ma il quarto slalomista azzurro per i campionati del mondo di Schladming – a fianco dei già confermati e sicuri Stefano Gross, Manfred Moelgg e Giuliano Razzoli – sarà l'altoatesino Patrick Tahler, con Cristian Deville (atleta potenzialmente da medaglia ma protagonista fin qui di una stagione sfortunata) nelle vesti di riserva di lusso, numero 12 del ranking mondiale della specialità costretto a rinunciare all'assalto all'iride.

Cristian, come spiegatoci lunedì dal direttore agonistico della nazionale italiana Claudio Ravetto, potrebbe essere schierato per il team event, la gara a squadre che è stata recentemente inserita nel programma del Mondiale. Una gara che, come spiegatoci dal diretto interessato, il campione fassano non intende fare. «Finora non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale – spiega Deville al termine della conferenza di presentazione della squadra azzurra per Schladming, tenutasi ieri nel tardo pomeriggio a Milano – Visti i risultati che ho ottenuto quest'anno, però, non credo sia giusto che sia io a prendere parte allo slalom dei campionati del mondo. Impiegato nel team event? Ci sarebbe quella possibilità, ma se mi verrà chiesto mi farò subito da parte. Non tanto perché snobbo la gara in sé, ma proprio perché quella tipologia di prova non si addice alle mie caratteristiche, non la sento mia. Penso sia un atto di correttezza: mi faccio subito da parte perché non vorrei privare la squadra della possibilità di conquistare una medaglia e non trovo giusto che per dare un contentino a me si metta a rischio un possibile risultato».

È un Deville a cui, pur in un momento particolarmente difficile sotto il profilo agonistico, vanno riconosciutegrande onestà ed obiettività. Sembrano passati anni, e non dodici mesi, da quando lo slalomista di Moena trionfava a Kitzbuehel. E non si pensi che l'esclusione non pesi a Cristian: onesto e umile sì, ma comprensibilmente affranto. «Non è facile per un atleta che ha tutte le carte in regola per giocarsi una medaglia sapere di non poter gareggiare e sono straconvinto che se fossi arrivato al traguardo una volta in più, la mia qualificazione non sarebbe mai stata in dubbio – aggiunge il 32enne finanziere fassano – Non è ancora detta l'ultima parola, è vero, ma per avere la possibilità di gareggiare dovrei sperare in un infortunio o in un malessere di un mio compagno e non sono la persona che si aggrappa alle disgrazie altrui. Ho sbagliato troppo e me ne resto a casa. So di non essere il più scarso, ma so altresì che a Schladming non ci andrò. Ovviamente, qualora ce ne fosse il bisogno, sarò a disposizione».

Non è facile passare dal gradino più alto del podio di “Kitz” alla “panchina”. «Non sto vivendo un momento felice e la rabbia nasce dal non essere riuscito a capitalizzare il buon stato di forma. Ad ogni modo, non sono uno che si abbatte e magari chissà... la fortuna girerà nel momento più importante e propizio. L'anno prossimo ci sono le Olimpiadi e Sochi».

Insomma, a Deville mancherà anche qualche piazzamento nei dieci, ma onestà e coraggio non gli fanno difetto.

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