«Senza pubblico ci perdono gli operatori di Campiglio: la gara è come un Natale»
Mercoledì è arrivata l’ufficialità che le gare di Coppa del Mondo italiane saranno a porte chiuse. Un destino che toccherà anche alle tappe regionali della Val Gardena, della Val Badia e alla 3Tre di...
Mercoledì è arrivata l’ufficialità che le gare di Coppa del Mondo italiane saranno a porte chiuse. Un destino che toccherà anche alle tappe regionali della Val Gardena, della Val Badia e alla 3Tre di Madonna di Campiglio, tutte in programma il mese prossimo. Per Lorenzo Conci, presidente del comitato 3Tre, è una nuova sfida. «Sapevamo quello che già aspettava – spiega Conci - e il nostro atteggiamento è legato al senso di responsabilità. La gara è bella anche in televisione e la cosa più importante è che nessuno si contagi. Seguiremo alla lettera i protocolli della Fis».
Rinunciando alla festa a bordo pista.
«La sfida, ora, è quella di restare in contatto con il pubblico, almeno in televisione. L’importante è che le gare si facciano e che si svolgano in sicurezza».
Come vi state muovendo in tema di sicurezza?
«Il comitato prenderà tutte le misure necessarie, a partire dall’utilizzo della mascherina e dei disinfettanti. Abbiamo già ridotto al minimo le riunioni in presenza».
E durante l’evento?
«Costruiremo anche noi le ormai celebri “bolle”. Ogni persona accreditata verrà sottoposta al test, che dovrà essere ovviamente negativo. Andrà rifatto ogni 72 ore. In regione avremo cinque gare consecutive, in pochi giorni. A chi dovrà essere testato, daremo la possibilità di farlo a Campiglio. Penso, su tutti, agli atleti che non parteciperanno alla gara della Val Badia ma soltanto alla nostra. È responsabilità dell’atleta dimostrare di essere negativo, ma non mancherà il nostro consueto spirito di accoglienza: metteremo a disposizione dei test».
Come vi state muovendo in tal senso?
«Ci stiamo organizzando con delle strutture private, perché la nostra manifestazione non rappresenta una priorità per la salute pubblica. Poi sottoporremo il nostro protocollo all’azienda sanitaria provinciale e vedremo cosa si potrà fare. E come».
Mancherà, purtroppo, la cornice del pubblico.
«Dovremo essere bravi a rendere il più possibile spettacolari le immagini. Stiamo pensando anche a quello, confrontandoci con la produzione televisiva e cercando di allestire qualche scenario da installare sul campo di gara, in modo da rendere più piacevoli gli “stacchi” tra l’arrivo di un atleta e la partenza del successivo. Un po’ quello che stiamo vedendo nel calcio».
Lo spettacolo televisivo sarà comunque di alto livello.
«Vista l’impossibilità di assistere all’evento per il pubblico, come numero di ascolti potremmo riscontrare ancora maggior successo. Mancherà il calore del pubblico, certo, mancherà la festa. Chiedo ai tanti appassionati che seguono abitualmente sul campo la nostra gara di avere pazienza. L’anno prossimo, nella speranza che tutto si sia risolto, ci rifaremo».
C’è qualche sorta di preoccupazione?
«Bisogna adottare mille accortezze, affrontare situazioni nuove, ma con dedizione e umiltà si può fare, come hanno dimostrato tanti eventi sportivi. Rispetto al marzo scorso, ora tante cose si sanno. Il problema c’è per essere risolto. Non possiamo arrenderci. È una sfida e vogliamo sfruttarla per lanciare un segnale».
In termini di bilancio, quanto peserà il dover organizzare l’evento a porte chiuse?
«Per il nostro comitato organizzatore l’assenza del pubblico è più o meno trascurabile in termini di introito economico. Abbiamo anche i costi delle infrastrutture per ospitare i tifosi. La perdita ci sarà per gli operatori di Campiglio. La 3Tre era come una specie di Natale, di Capodanno. Contiamo che torni presto a esserlo».
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