Selle, il fondo arranca «Lo Zorzi dei Giochi? Ci stiamo lavorando» 

Intervista al c.t. azzurro. Azzurri nelle retrovie alla vigilia del gran finale trentino, solo Salvadori e Comarella lottano per la classifica. «Domani all’attacco con Pellegrino nella sprint in classico, Problemi di salute per De Fabiani e Ganz. Hellweger, unico “civile”, è un esempio»


MAURIZIO DI GIANGIACOMO


Tesero. Gran finale del Tour de Ski e anteprima olimpica, da oggi a domenica in Val di Fiemme. Si comincia con una 10/15 chilometri mass start in tecnica classica a Lago di Tesero, domenica la Final Climb sull’Alpe del Cermis, in mezzo domani la sprint in classico per la quale il grande atteso è Pellegrino, a podio già in quella in tecnica libera di Lenzerheide. Una delle poche note liete di un Tour avaro di soddisfazioni per i nostri colori. Ne abbiamo parlato con il c.t. azzurro Marco Selle.

Selle, oggi vi tocca giocare ancora in difesa, per poi andare all’attacco domani con Pellegrino.

A parte Salvadori e Comarella, gli unici che hanno ancora una posizione di classifica per la quale lottare, gli altri salveranno il salvabile. Federico Pellegrino si risparmierà in vista di domani e lo stesso discorso vale per Lucia Scardoni, che punta alla sprint in classico.

Quella di oggi avrebbe potuto essere la giornata di Francexco De Fabiani, invece...

La preparazione di De Fabiani è andata bene fino al 20 novembre, poi ha avuto un infortunio alla schiena e quando ha ripreso è tornato ad accusare i sintomi di qualche anno fa. Dopo gli accertamenti sono emersi problemi alla tiroide. Si è curato, ma ha perso un sacco di giorni di allenamento. Adesso, dopo il ritiro al Tour de Ski, ha bisogno di prepararsi per un nuovo avvio di stagione. Mancato l’uomo di classifica, la squadra si è un po’ sgonfiata.

A livello di regionali, tiene botta solo il primierotto Giandomenico Salvadori.

Caterina Ganz non era in forma, ha provato a fare le prime tappe ma mercoledì è stata male e ieri non riusciva nemmeno a provare gli sci. “Giando” è un esempio di professionalità e voglia di fare, dà il 100% e lotta contro avversari che hanno qualità superiori alle sue, anche a livello di altezza e peso. Fa tutto quello che può per avvicinarsi ai primi dieci.

I due altoatesini Zelger e Hellweger promettono bene, ma non sono ancora pronti.

Hanno fatto bene nelle sprint, non capisco perché non andiamo in skating, una volta succedeva il contrario. Nelle gare distance sono andati a punti solo Pellegrino e Salvadori. Questa fatica non è giustificabile.

Zelger e Hellweger di quale scuola sono prodotto?

Zelger è un bolzanino, prodotto dello Sci Club Appiano, si è sempre allenato a Lavazè: non ha il talento di Pellegrimo ma ha lavorato tantissimo. Hellweger è di Sarentino, l’unico che non appartiene ad un gruppo sportivo militare, si allena da solo e ha saputo mostrare gli attributi: da questo punto di vista è un esempio per tutti, ha “fame” di risultati con i quali mantenere la sua attività.

Uno Zorzi per Milano-Cortina 2026, sulle piste della Val di Fiemme, lo avrete?

Il sappadino Davide Graz è il primo 2000 del mondo ad andare a punti con i Senior. Avremmo potuto buttarlo nella mischia al Tour de Ski ma stiamo cercando di costruirlo lentamente. Puntiamo su di lui e su Del Fabbro, campione del mondo Juniores 2018. Ai Mondiali Juniores non salivamo sul podio da anni, ma con questi ragazzi non bisogna avere troppa fretta.

Parlando del format del Tour de Ski, l’inserimento della sprint in Val di Fiemme è un dato positivo?

È un Tour de Ski molto più aperto. Noi abbiamo spinto molto per avere la sprint nel finale, in modo da portare gli sprinter fino in fondo. Manca una granfondo com’era la Cortina-Dobbiaco. In più, servirebbe un weekend di sosta dopo il Tour de Ski, invece il sabato successivo c’è una sprint e alla domenica una team sprint. E quindi Pellegrino è ovviamente costretto a rinunciare alla Final Climb.

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