Per Sochi la Fisi punta a quota quindici

Sci alpino, la grana dei contingenti olimpici: nell’aria un ritocco del regolamento, ma i nostri vanno a caccia di punti


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Non sembrerebbe, ma qualcosa, sul fronte della “grana” dei contigenti olimpici dello sci alpino, si sta muovendo. Tanto che Flavio Roda, numero uno dello sci azzurro che rischia di presentarsi al cancelletto di partenza di Sochi con soli 12 tra azzurre ed azzurri, ha rinunciato a scrivere la lettera di protesta indirizzata al presidente della Fis Gian Franco Kasper di cui si parlava poco più di 24 ore fa, nella speranza di poter schierare almeno 15 sciatori ai Giochi.

La storia, fresca ma in un certo senso già vecchia – perché il “nuovo” regolamento di qualificazione olimpica della Fis è datato luglio 2012... – è appunto quella della graduatoria che stabilisce la grandezza dei contingenti che spettano a ciascuna nazione in occasione dei Giochi olimpici invernali in programma nel prossimo mese di febbraio a Sochi, in Russia. Fatta salva la quota “fissa”, per la quale all’Italia – che soddisfa a pieno tutti i requisiti – spettano dieci posti, per il resto a far fede è la cosiddetta lista olimpica Fis, che tiene conto del punteggio totalizzato dagli atleti in tre diverse discipline. Graduatoria Fis, quindi, stilata sulla base di punti che possono essere raccolti in tutte le gare disputate sotto l’egida della Federazione internazionale dello sci, anche quelle estive organizzate in Sud America ed Oceania. Da qui il sospetto – dell’Italia e delle altre “potenze” dello sci – che il nuovo regolamento sia la classica manovra politica volta ad aprire le porte del grande sci – almeno alle Olimpiadi – al maggior numero possibile di atleti provenienti da Paesi sciisticamente meno evoluti: l’Argentina, tanto per fare un esempio, potrà portare a Sochi otto sciatori.

Detto che il nuovo regolamento è effettivamente un po’ una follia – il rischio che a Sochi non possano prendere parte sciatori del calibro di Stefano Gross o Denise Karbon è cogente e, oggettivamente, è un po’ una vergogna – va ribadito come la Fisi si sia svegliata un po’ tardi. Anche perché, per ovviare al problema, sarebbe bastato schierare i nostri atleti nel maggior numero possibile di gare Fis di tre diverse discipline. Cosa che altre nazioni – pur protestando – hanno fatto: l’Austria e la Svizzera porteranno infatti in Russia un contingente di 20 elementi, gli Stati Uniti ne schiereranno 19, la Francia 15. Ed a 15 unità – che non sono i 22 delle passate edizioni, ma sempre meglio di 12 – puntano il presidente della Fisi ed i suoi tecnici. Dopo che la Fis, un paio di giorni fa, ha corretto il regolamento relativo alla supercombinata, che di fatto precludeva la partecipazione alla gara di big quali Ligety e Raich, nell’aria c’è qualche ulteriore modifica. L’avrebbe lasciato intendere, proprio a Bormio, lo stesso direttore della Coppa del Mondo maschile Hujara. Da qui la decisione del presidente Roda di rinunciare, almeno per qualche giorno, all’attacco frontale nei confronti di Kasper prospettato nei giorni scorsi.

Ma la Fisi sta correndo ai ripari anche sotto l’aspetto pratico: per garantire un posto in più ai loro compagni di squadra, Innerhofer e Paris prenderanno parte anche alle supercombinate. Se qualcuno si fosse svegliato prima, forse non sarebbe stato necessario.

@mauridigiangiac

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano