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Parola di zio Jack: «Giannelli è un fenomeno, l’Energy T.I. festeggerà già a Modena»

Sintini, in cabina di regia nella finale vinta esattamente due anni fa promuove il giovanissimo erede: «Non ho mai visto un 18enne così forte»


Nicola Baldo


TRENTO Due anni fa, giusti giusti... Era il 12 maggio 2013. Quella sera la Trentino Volley conquistava il suo terzo ed ultimo scudetto. Giusto due anni fa Giacomo Sintini coronava una storia di vita e di sport pazzesca. Dopo aver sconfitto un tumore batteva anche Piacenza in gara-5, guidando la squadra al posto dell’infortunato Raphael. 24 mesi dopo “Jack” Sintini la finale scudetto se la gode da spettatore molto interessato. Dopo una stagione agrodolce in serie A2 con Vibo Valentia, Sintini torna per la prima volta al PalaTrento anche se “in borghese”. «Adesso, dopo il risultato di gara-3 – afferma il palleggiatore ravennate – tutta la pressione della serie passa sulle spalle di Modena. Diciamo che con questa vittoria Trento ha messo un bel tarlo nella testa dei giocatori della Parmareggio. Chiaro che finora il fattore campo è stato determinante in questa finale, sappiamo poi che Modena gioca meglio in casa rispetto a quanto faccia in trasferta e quindi, complice anche il calore del PalaPanini, avranno un’altra marcia rispetto a domenica, ma sanno anche che non potranno fallire altrimenti Trento vincerà lo scudetto. L’Energy T.I., dal canto suo, ha grande entusiasmo e zero pressione, merito di una consapevolezza cresciuta nel corso della stagione».

In regia nella finale di due stagioni fa lei ed ora Giannelli: come ha visto il suo “erede”?

«Raramente, anzi... mi correggo, mai finora avevo visto un ragazzo di questa età con queste capacità tecniche, fisiche e mentali. È sceso in campo dal primo scambio ed ha tenuto molto bene la squadra in mano dall’inizio alla fine in una finale scudetto. È sempre stato molto lucido nelle scelte, ha coinvolto spesso nel gioco i centrali... non c’è che dire è stato molto bravo. È un ragazzo molto serio e con la giusta mentalità, si vede che viene da una famiglia di sportivi».

Bruninho, invece, che impressione le ha fatto?

«Non è stata una partita facile per lui, anche per colpa della battuta della Energy che l’ha costretto a correre molto. Ma resta sempre un giocatore meraviglioso, sono sicuro che già in gara-4 si vedrà il vero Bruno».

I casi della vita: un anno fa la sua ultima stagione a Trento si chiudeva, di fatto, proprio a Modena con l’eliminazione nei quarti dei playoff ed ora a Modena potrebbe accadere che...

«L'annata scorsa è stata completamente differente da questa, questa è una Energy che è cresciuta molto nel corso della stagione e Stoytchev ha fatto un gran lavoro. Comunque vada a finire questa finale è stata una stagione strepitosa».

Lei che di finali scudetto ne ha vissute diverse con Perugia, Macerata e Trento, quanto conta la testa in questo genere di partite?

«Molto perché sono partite diverse dalle altre. Si vive un’emozione grandissima e l’atmosfera intorno è elettrizzante. In una finale non esistono scuse, non esistono infortuni, non esiste stanchezza... ».

L'anno prossimo sa già dove palleggerà?

«Ancora no, di sicuro continuerò a giocare: ho ancora tanta voglia, fisicamente sto molto bene e voglio disputare ancora due o tre stagioni ad alto livello. Non mi dispiacerebbe anche tornare in serie A1 come secondo palleggiatore e sarei davvero felicissimo di poter dare il mio contributo ad una squadra che lotta per traguardi importanti».













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