«Non sarà facile ma l’obiettivo resta la finale»

Yuri, specialità 3000 siepi, prepara la sua prima esperienza olimpica a Predazzo


di Paolo Trentini


TRENTO. A Londra sperando di entrare tra i 12 migliori siepisti del pianeta. Yuri Floriani è l'unico atleta Trentino che parteciperà ai giochi Olimpici nell'atletica, specialità 3000 siepi. Tesserato per le Fiamme Gialle, la sua prima Olimpiade la prepara a Predazzo in compagnia del fisioterapista Matteo. Scenderà in pista il 3 agosto e il carico di lavoro per giungere al top della forma tra 15 giorni, è a dir poco massacrante. Due sedute al giorno, una la mattina e una il pomeriggio, essere tra i migliori atleti al mondo significa anche questo: «In totale sono 13 allenamenti la settimana - spiega Yuri - in questi ultimi sette giorni ho percorso circa 170 chilometri. Sono in fase di carico per altri 10 giorni, prima dell'ultimo testa al Gran Premio del mezzofondo di Trento e la partenza per Londra il 31. La mia batteria è alle 13 del 3 agosto».

Obiettivo entrare in finale? Assolutamente sì. So benissimo che non sarà facile e che servirà riscrivere il mio record personale per poter disputare la gara di finale. Le condizioni meteo potrebbero darmi una mano, a Londra non è previsto un gran caldo e il mio stato di forma è in crescita dopo gli europei di Helsinki. La seconda occasione dopo quel maledetto 2004. Allora ero giovane, avevo 23 anni ed ero in possesso del minimo B per i giochi di Atene. Allora le regole erano un po' diverse da quelle di oggi ed ero già nella squadra. Poi una macchina mi investì e le Olimpiadi le guardai in tv.

A Londra sarà seguito dalla famiglia e dagli amici?

E' il mio primo appuntamento internazionale un certo spessore, la mia famiglia, il mio allenatore Gianni e alcuni amici saranno lì allo stadio a seguirmi. In tutto una quindicina di persone, speriamo trovino il biglietto d'ingresso. Tra loro anche la figlia Noemi e la moglie Angela, mezzofondista siciliana conosciuta 10 anni fa... Ero sceso in Sicilia nel 2002 per curare un problema alle ginocchia e poco dopo conobbi Angela...

Il doping esiste nell'atletica?

Sarebbe ipocrita negarlo. Spesso i giornali parlano di questo o di quell'atleta cui viene ritirata una medaglia o che viene squalificato per assunzione di sostanze illecite. Il fenomeno non è così eclatante come nel ciclismo ma il doping esiste. Per quanto mi riguarda preferisco dosare al meglio le energie e centellinare le gare prendendomi il tempo necessario per riposare ed evitare le sostanze proibite.

E quando riposa cosa fa?

Rimango nel mondo dello sport. Quando tolgo le scarpe chiodate non mi dispiace un giro in bici, una partita a pallone o a tennis. A Palermo seguo anche qualche ragazzino nell'atletica, ma da qualche anno il mio hobby preferito è mia figlia Noemi.

Terminata la carriera?

Penso che proseguirò la professione di finanziere, non è il caso di abbandonare un lavoro sicuro in un periodo come questo. Inoltre resterò nel mondo dell'atletica, intraprenderò la carriera di allenatore e, per divertirmi, correrò le gare amatoriali. In Sicilia il movimento amatoriale è molto simile a quello trentino.

Terminate le Olimipiadi, invece?

Mi riposo. Anche adesso non vedo l'ora che sia il 3 o il 5 agosto per staccare un po' la spina e riprendermi dalle fatiche. Qualche gara la farò comunque e in vacanza ci andrò soltanto a ottobre, non prima di essere tornato a casa, ad Altofonte in provincia di Palermo, dove manco ormai da sette mesi. Un mondo completamente diverso. In tutta Palermo ci sono solo due impianti per l'atletica di cui uno è ad uso esclusivo del Cus Palermo, in Trentino nel raggio di 20km ci sono almeno 4 o 5 piste.

Magari poi succede che a Trento non siano gestite benissimo...

E' un problema che ho già esposto all'assessore allo sport Castelli. Già qualche anno fa ho fatto una figuraccia quando il povero Cosimo Caliandro e non è stato fatto entrare in quanto la sua società non aveva pagato la quota per lui e così non ha potuto allenarsi. Il problema si riflette soprattutto sui ragazzi ma anche sulle società che faticano ad arrivare a fine mese, magari costrette ad andare ad allenarsi al parco proprio perché non possono permettersi di pagare le quote e non è giusto che le chiedano alle loro famiglie che già pagano al momento dell'iscrizione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano