Niente neve, Universiadi in pre-allarme

Già a rischio half pipe e snowboardcross sul Bondone, ma in tutte le località serviranno almeno basse temperature


dall’inviato


MILANO. Ieri, ai Giureconsulti di Milano, l’ha ribadito a chiare lettere anche il presidente di Nordic Ski Fiemme, Pietro De Godenz. «L’unica cosa che non possiamo gestire è il meteo, specie in relazione alle Universiadi». Un primo allarme sul fronte temperature - neve che fa il paio con la mezza ammissione fatta proprio al Trentino dal presidente del comitato organizzatore della rassegna mondiale universitaria, Sergio Anesi: «Cominciamo a guardare al cielo, l’importante è che faccia qualche giorno di freddo dopo il 20 novembre». Freddo che, secondo quelle che sono le nostre informazioni, potrebbe non essere sufficiente a garantire l’intero programma.

Ma vediamo qual è la situazione nel dettaglio, ovviamente in relazione alle gare in programma su pista. Intanto le previsioni, che per i prossimi quindici giorni non prevedono grandi precipitazioni nevose. Domani potrebbe nevicare, ma sopra i 1.500 metri. In Val di Fassa, ferma restando la necessità che le temperature nei prossimi giorni si abbassino, i responsabili della pista Aloch contano di produrre la neve necessaria per l’allestimento del tracciato sul quale andranno in scena slalom speciale e slalom gigante. Lo stesso discorso vale per le gare delle discipline veloci, in programma a Passo San Pellegrino, anche se qui servono maggiori quantitativi di neve e la speranza degli organizzatori è che almeno parte di questa possa cadere dal cielo.

La situazione più delicata sarebbe quella del Monte Bondone, dove sono in programma le gare di snowboard. La montagna di Trento è una delle due località – l’altra è la Val di Fiemme – dove è stato fatto il tentativo di conservare la neve “avanzata” al termine della scorsa stagione invernale. Ma, mentre a Cascata l’esperimento è quasi perfettamente riuscito, sul Bondone il caldo e le precipitazioni piovose dell’estate hanno sciolto tutta la neve messa da parte. Sempre nella speranza che nevichi, gli organizzatori paiono attualmente in grado di allestire i percorsi di slopestyle nello snowpark e di gigante parallelo. Differente, molto differente il discorso per l’half pipe, la realizzazione del quale – una volta accumulata una grandissima quantità di neve – richiede una ventina di giorni di preparazione per la fresatura effettuata con speciali battipista, oltre a temperature assolutamente sotto lo zero. Idem per lo snowboardcross, specie per realizzare un percorso all’altezza della situazione, con paraboliche, woops e salti.

In Val di Fiemme – fondo, salto, combinata e biathlon – gli organizzatori sembrano più tranquilli e soprattutto avvezzi ad affrontare emergenze neve: i cannoni sono già in posizione, appena la temperatura scenderà sotto lo zero entreranno in funzione. In più, le Universiadi potranmo contare sulla neve “sopravvissuta” a Cascata: «Abbiamo accumulato 8.000 metri cubi di neve e l’abbiamo coperta con il cippato, come è stato fatto in altre località europee – ha spiegato Angelo Corradini – Ne sono rimasti 5.500, il 75-80%. Ma questa servirà soprattutto a completare i percorsi. L’importante è che nei prossimi giorni faccia freddo».(m.d.g.)













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