Marcialonga Story con gli sci vintage

Settantacinque collezionisti hanno iscritto i loro attrezzi al registro della granfondo: ce n’è anche un paio del 1908


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Il gusto per il vintage è sempre più diffuso. Anche alla Marcialonga che – per festeggiare al meglio il giubileo della 40esima edizione – sabato 26 gennaio, il giorno prima della tradizionale gara sui 70 km da Moena a Cavalese, metterà in scena “Marcialonga Story”, che vedrà in gara sul percorso da Predazzo a Lago di Tesero 300 fondisti d’altri tempi, tutti con sci ante 1976 e attacchi di 75 millimetri. L’arrivo è previsto in piazza della Chiesa a Predazzo, vincerà chi – secondo la giuria – avrà l’attrezzatura e l’abbigliamento più vicini a quelli degli anni ’70.

Ma non è finita qui, perché il fascino degli attrezzi dei bei tempi ha contagiato a tal punto gli organizzatori fino a spingerli – come consigliato loro anche dagli amici dell’Eroica di ciclismo – a creare un registro degli sci d’epoca, al quale si sono già iscritti settantacinque collezionisti.

«Il registro è aperto dall’edizione 2010 – spiega Enzo Macor, tecnico della Guardia di Finanza e direttore di corsa della Marcialonga, che cura anche l’organizzazione della Marcialonga Story – ma per prendere parte alla gara del 26 gennaio non sarà necessario esservi iscritti, basterà avere sci prodotti prima del 1976 e con gli attacchi dell’epoca. L’idea del registro ce l’hanno data gli amici dell’Eroica di ciclismo, allo scopo di impreziosire e di dare maggiore visibilità alla nostra manifestazione».

I contatti, infatti, non sono mancati e il registro degli sci d’epoca di Marcialonga annovera già veri e propri... pezzi da museo. È il caso degli sci del francese Rene Bourquin. «Si è presentato alla Marcialonga del 2010 con cinque paia di sci uno più antico dell’altro», raccontra Macor. Ed in effetti, non capita tutti i giorni di vedersi arrivare un marcialonghista con un paio di Rossignol del 1908-1909, uno di Hammer del 1910, uno di Cezard del 1927 e uno di James Coutlet del 1963.

Al registro, anche per vedere riconosciuto il valore dei propri attrezzi, si sono iscritti anche diversi valligiani. È il caso di un fondista di sicuro valore come Lino Zanon, già nazionale di biathlon e protagonista alla Marcialonga: al registro ha iscritto i Sundins con i quali ha preso parte alla granfondo di Fiemme e Fassa del 1974. O quello dei figli del vicepresidente della Marcialonga, Angelo Corradini, che è anche segretario generale della Worldloppet: Luca ha portato al registro un paio di Järvinen del 1964, il fratello Denis un paio di Bosin del 1974. Iscrizioni anche dalla vicina Bolzano: è quella dell’avvocato, consigliere comunale del Pd e appassionatissimo fondista Mauro De Pascalis, anche per lui Järvinen del 1974.

Ma si tratta di attrezzi che hanno anche un mercato e un valore? «Silvano Barco, al quale mi sono rivolto per averne qualche paio in più per gli ospiti, ha provato a chiederli alla casa finlandese per la quale lavora – racconta ancora Macor – Il proprietario della ditta gli ha risposto che era disposto a farcene avere non più di cinque paia, 200 euro cadauno. Insomma, come fossero sci nuovi. La nostra gara è unica, almeno in Italia, ma gli sci di quel periodo sono sempre più ricercati. Trovarli è molto difficile, ma ancora più difficile è reperire le scarpe».

Una cosa è certa: alla partenza della Marcialonga Story, sabato 26 gennaio a Lago di Tesero, il colpo d’occhio sarà qualcosa di unico. Come tornare indietro di quarant’anni.

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