La Finanza con Zorro «Ma rispettiamo la scelta di Fauner»

La querelle sulla 50 km iridata: parla il comandante del Gruppo Polisportivo Fiamme Gialle, colonnello Parrinello


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Franco Nones è uno dei padri nobili dello sci nordico italiano. Personalità di primo piano in Val di Fiemme, vicepresidente del Comitato organizzatore, il campione olimpico di Grenoble 1968 sarà – assieme a Cristian Zorzi, Marco Selle e Andrea Longo – uno dei nostri commentatori in occasione dei Mondiali. Con la sua saggezza, saprà orientarci lungo le piste e soprattutto in meccanismi che – fatalmente – spesso sfuggono a chi non ha la sua esperienza.

Un po’ acciaccato per una caduta sul ghiaccio davanti a casa («non dovrebbe essere nulla di grave, ma quando tossisco le costole mi fanno male», dice al telefono) il 72enne di Castello sta assistendo agli ultimi preparativi senza grandi trepidazioni. Del resto, Franco ne ha viste, di gare iridate...

Nones, in cosa consiste, al di là degli aspetti burocratici, il suo ruolo di vicepresidente del Comitato organizzatore?

Ho contribuito girando per i congressi e facendo lavoro di lobbing. Le assegnazioni si ottengono convincendo i grandi dello sci, in diversi casi si tratta di personaggi che io conosco da almeno quarant’anni.

Lei è stato atleta di altissimo livello, importatore di sci a materiali dalla Scandinavia, da albergatore ospita atleti e turisti norvegesi... Insomma, dall’alto della sua esperienza, ci dica che Mondiali saranno. La crisi potrà influire negativamente?

Io credo che i Mondiali in Val di Fiemme faranno più o meno il solito pienone. Bisogna sperare che non succeda quello che in gennaio è successo al Tour de Ski ed alla Marcialonga: anche in quelle due occasioni i turisti c’erano, ma non hanno speso quello che spendevano gli anni precedenti e la flessione si è sentita.

Questo significa che la sentono anche gli scandinavi?

È chiaro, la stragrande maggioranza dei presenti, in quelle occasioni, sono loro.

Passiamo all’aspetto agonistico: saranno i Mondiali di Northug, di Cologna o dei russi, sempre più forti in vista dei Giochi di Sochi?

I Giochi di Sochi c’entrano fino ad un certo punto, sono diversi anni che i russi dimostrano di essere una delle squadre più forti. L’uomo da battere, quello in grado di staccare davvero i concorrenti, per me rimane Cologna, ma bisognerà sicuramente fare i conti con i russi. Northug è un fuoriclasse, è intelligente, fa lavorare gli altri e al momento giusto viene fuori.

Outsider?

Difficile, su piste dure come quelle di Lago di Tesero, che fanno emergere i valori.

Donne: Bj örgen o Kowalczyk?

La Björgen è la più forte e l’ha dimostrato anche dopo l’aritmia di Natale. A La Clusaz, al rientro, ha giocato con le sue avversarie.

Italiani?

I tre che possono fare risultato sono Di Centa, Hofer e Clara. Ma al giorno d’oggi chi vince a novembre vince anche a marzo, è difficile immaginare che emerga chi non si è visto per quasi tutto l’anno.

Spettasse a lei decidere, lo convocherebbe Zorzi per la 50 km finale?

Come premio alla carriera si potrebbe anche fare. Non arriverà sul podio, ma non ci arriverebbe nemmeno l’altro quarto elemento scelto da Fauner. Ma smettiamola di dire che quella “non è la sua gara”, “non è la sua tecnica”, “non è la sua neve”. Sono discorsi che per i veri campioni, come Northug e Cologna, non valgono.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano