La campionessa nonesa pronta a conquistare Tokyo e il mondo

TRENTO. Cinque titoli di campionessa del mondo, tredici titoli continentali su pista e un oro europeo su strada, a cui si aggiungono un’altra abbondante decina di medaglie d’argento e di bronzo,...



TRENTO. Cinque titoli di campionessa del mondo, tredici titoli continentali su pista e un oro europeo su strada, a cui si aggiungono un’altra abbondante decina di medaglie d’argento e di bronzo, conquistate sempre nelle due più importanti rassegne internazionali, da junior, under 23 e ora da élite.

Non è il palmares di una veterana a fine carriera, ma la bacheca di Letizia Paternoster, che a vent’anni può vantare un guardaroba che, tra maglie tricolori, iridate e di campionessa europea, farebbe invidia a tanti. Il mirino è già puntato sulle Olimpiadi di Tokyo 2020, le prime per lei, con l’obiettivo di completare il cerchio e di conquistare una medaglia anche nell’evento sportivo più importante e prestigioso.

Fin da piccola

Il talento della ventenne nonesa di Revò è sbocciato già in giovane età, innamorata della bici da sempre. Una passione trasmessale da papà Paul, un amore a prima vista. «Da piccolissima ho iniziato ad andare in bici già senza rotelle» ci aveva confidato Letizia, che è in “gruppo” fin dal primo anno della categoria Giovanissimi. La prima bici le fu comprata al negozio di Maurizio Fondriest, da un campione del mondo: una sorta di “benedizione” per la baby promessa delle due ruote.

Letizia iniziò a muovere i primi colpi di pedale con l’Anaune di Cles, la squadra di casa. La prima corsa, da G1, le regalò un secondo posto. Le vittorie non tardarono però ad arrivare, così come non tardò a maturare il primo successo pesante, il titolo tricolore conquistato da esordiente agli Italiani su strada del 2012, a Malo. Da lì in avanti, con il Team Femminile Trentino prima e con la Vecchia Fontana poi, Letizia ha sempre vinto, plurititolata a livello nazionale sia su strada che su pista, tanto da essere soprannominata la “Mini Vos” del ciclismo italiano.

La definitivamente esplosione è arrivata nella categoria juniores, subito a segno ai Mondiali e agli Europei su pista, con cinque ori continentali e tre iridati al secondo anno in categoria. Da lì, il passaggio nella categoria élite, dove la classe 1999 di Revò è subito riuscita a farsi largo tra le grandi del ciclismo in rosa.

Sei medaglie nel 2019

Nel solo 2019, aperto con la vittoria su strada nella corsa del debutto con la Trek-Segafredo (nella prima tappa del Tour Down Under), la talentuosa atleta trentina ha collezionato sei medaglie: la prima, un pesantissimo argento, è arrivata ai Mondiali élite su pista di Pruszkow nella specialità olimpica dell’Omnium, a sostenere le ambizioni olimpiche di Letizia, che successivamente ha centrato un tris d’oro agli Europei under 23 sempre su pista disputati a Gent e, in agosto, ha centrato il bersaglio grosso nella corsa in linea agli Europei di ciclismo su strada di Alkmaar, in Olanda. Infine, per lei, è arrivata una medaglia di bronzo nell’inseguimento a squadre agli Europei élite di Apeldoorn, dove si è classificata quarta nella madison e quinta nell’omnium. In aggiunta, ha centrato altri piazzamenti pesanti in Coppa del Mondo, non ultimi quelli maturati a Minsk a inizio novembre, terza con il quartetto e seconda nell’omnium, capace di tenersi alle spalle la pluricampionessa olimpica Laura Kenny (terza) e la campionessa del mondo in carica Kirsten Wild.

L’incidente di autunno

Nemmeno l’incidente in cui è rimasta coinvolta ad Arco a fine novembre (quando fu investita da una macchina, con conseguente frattura dello scafoide) è riuscito a fermarne la corsa. «Appena tolto il gesso – ha recentemente raccontato Letizia – ho sostituito il gesso con un tutore più leggero e ho ripreso a pedalare su strada. Nel primo ritiro con la Trek Segafredo ho iniziato a svolgere lavori specifici in vista della nuova stagione, che sarà particolarmente intensa, essendo quella delle Olimpiadi di Tokyo».

Gli obiettivi da provare a centrare sono stati, con la rassegna a cinque cerchi in vetta alla lista delle priorità. «Mi concentrerò soprattutto sulla pista – spiega Letizia - a partire dai Mondiali (in programma a fine febbraio a Berlino, ndr). Su strada inizierò con la “De Panne”, quindi Gand Wevelgem e le classiche del nord». Con un occhio di riguardo per il Giro delle Fiandre, la corsa delle corse, un’altra perla che Letizia vorrebbe aggiungere un giorno alla sua già preziosa collana.

Il sogno di una medaglia

Il sogno più vicino, da inseguire e provare a realizzare, è quello di salire sul podio ai Giochi Olimpici. «Intanto devo pensare a lavorare sodo per arrivare pronta all’appuntamento che, al di là del risultato, rappresenta una occasione importante di crescita – racconta la Paternoster – L’Olimpiade, da quanto mi è stato raccontato, è un’esperienza da vivere. Certo, terminarla con una medaglia al collo sarebbe stupendo. Le gare sulle quali mi concentrerò sono l’omnium (la prova multidisciplinare della pista, ndr) e l’inseguimento a squadre».

Le premesse per puntare in alto ci sono tutte, partendo dall’argento conquistato proprio nell’omnium ai suoi primi Mondiali con le grandi del ciclismo, in Polonia nel marzo scorso. Fu la prima medaglia individuale da élite dopo i due bronzi del 2018 (inseguimento a squadre e madison).

Campionessa di followeR

Campionessa come poche quando monta in sella, con un feeling innato con la vittoria. Ventenne come tante nella vita di tutti i giorni, particolarmente attiva sui social. Letizia va forte anche su instagram, dove può contare ben 136mila follower, vincente nel modo di porsi, lei che non passa certo inosservata. Bella e brava, come si suol dire, lei che non disdegna sfoggiare la sua femminilità, sempre truccata e attenta alla moda. «Da piccola rubavo i trucchi a mia mamma – ha replicato quando è stata interpellata sul tema – Mi è sempre piaciuto truccarmi. Alcune compagne di squadra mi guardavano un po’ storto quando mi davo al make-up prima delle corse… Ma penso che la femminilità non debba essere nascosta perché siamo atlete. Anzi, merita di essere evidenziata».

Diplomata in ragioneria, Letizia ha sempre dimostrato di saper fare bene i propri conti, determinata e tenace, ora intenzionata a frequentare la facoltà di scienze politiche all’università di Roma, «perché nella vita non c’è soltanto lo sport». Nel suo futuro, oltre al ciclismo, c’è anche la famiglia.

«Un domani mi piacerebbe trovare la persona giusta, con la quale sposarmi e avere dei bambini» ha raccontato in una recente intervista Letizia, che ora sogna a cinque cerchi. Il 2020 è l’anno delle Olimpiadi di Tokyo. Un’esperienza tutta da vivere. E che potrebbe cambiarle la vita.

Sognando di far ritorno in Italia con una medaglia in valigia e da sfoggiare in instagram davanti ai suoi 136mila follower.













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