Il Tour parte in Germania ma si decide a casa nostra

Oggi il prologo a Oberhof, i pronostici dell’allenatore azzurro Marco Selle «Dico Cologna e Johaug ma attenti ai nostri: questa corsa è per Clara e Di Centa»


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Scatta dalla “calda” Oberhof – negli ultimi dieci giorni sulla località germanica ha soffiato il vento caldo ed ha piovuto, ma le gare non sarebbero a rischio – l’edizione 2013 del Tour de Ski. La corsa a tappe del fondo è “orfana” della campionissima norvegese Marit Bjoergen – dopo l’aritmia della vigilia di Natale dovrebbe tornare alla gare a metà gennaio – ma a garantire lo spettacolo ci saranno lo svizzero Cologna, lo svedese Hellner ed il norvegese Northug in campo maschile, mentre tra le donne il testa a testa decisivo dovrebbe essere quello tra la tre volte vincitrice polacca Justyna Kowalczyk e l’altra norvegese Therese Johaug.

Oggi il prologo e domani 10 e 15 in tecnica classica, sempre in Germania. Ultimo dell’anno dedicato al recupero ed al trasferimento in Val Monastero, in Svizzera, appena oltre il confine italiana, paese natale del mezzo solandro Cologna, per le due sprint in tecnica libera di Capodanno. Poi, dal 3 gennaio, il gran finale italiano: prima la Cortina-Dobbiaco in tecnica libera (15 km per le donne, 35 per gli uomini), quindi altre due brevi gare in tecnica classica in Alta Pusteria, prima del doppio appuntamento fiemmese che, come da tradizione, conclude il tour: sabato 10 e 15 km classiche, domenica la terribile final climb del Cermis.

Un Tour de Ski mai così favorevole... agli italiani. Lo sostiene un po’ a sorpresa – in una stagione che almeno fino ad ora non ha certo arriso ai nostri colori – l’ex allenatore tanto della squadra azzurra femminile che di quella maschile Marco Selle. «È un Tour de Ski diverso da quelli precedenti – spiega il tecnico delle Fiamme Oro cavalesano, ora alla guida del progetto FuturFisi – Solo sette tappe contro le otto o addirittura nove delle prime edizioni. Meno sprint e meno abbuoni. Diciamo tanto per cominciare che non è più una corsa a tappe favorevole agli sprinter, infatti al via ce ne sono davvero pochi. In più, per la prima volta la tappa del sabato in Val di Fiemme non è più né una 30 né una 20, bensì una 15 km, quindi minore chilometraggio e minori abbuoni. Se devo fare un pronostico – prosegue l’allenatore azzurro – io dico Cologna e Johaug. La bionda svedese potrebbe spuntarla sulla Kowalczyk perché la polacca non potrà godere più di tutti gli abbuoni delle passate edizioni e quindi la final climb avrà un ruolo molto più importante che in passato. E sulla salita del Cermis la Johaug vola».

Azzurri lontani e lontanissimi dal podio, come in questo avvio di stagione? Selle predica prudenza, almeno per quanto riguarda il campo maschile. «Si è sempre parlato di equilibrio tra gare in classico e gare in tecnica libera, quest’anno invece ci sono 35 km in tecnica classica e addirittura 50 in skating e questo è indubbiamente un vantaggio per chi, come i nostri portacolori, predilige il pattinaggio. E gli italiani, Clara e Di Centa in primis, sono favoriti anche dalla preponderanza delle gare distance».

Non a caso, nelle previsioni della vigilia, il pusterese viene indicato quale outsider del quale tenere conto per i suoi tempi sulla final climb ed il secondo posto della double pursuit di Canmore.

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