Il mago delle promozioni cresciuto in Alto Adige: «Un anno di alti e bassi»

Bolzano. Mister promozioni si gode la meritata vacanza, in attesa di poter festeggiare... la prossima promozione. Il nostro protagonista in scalate di categoria risponde al nome di Manuel Scavone. In...



Bolzano. Mister promozioni si gode la meritata vacanza, in attesa di poter festeggiare... la prossima promozione. Il nostro protagonista in scalate di categoria risponde al nome di Manuel Scavone. In questi giorni di festività natalizie, è impegnato tra i pendii della Valle Aurina a divertirsi con moglie e figli, in attesa di poter tornare a scalare (o meglio calcare) i pendii erbosi di una partita di calcio. Il 2019, difatti, non è stato un anno brillante per il talentuoso centrocampista bolzanino che ha dovuto dapprima mettere in conto il brutto infortunio patito, nel febbraio scorso e con la maglia del Lecce, nel duro scontro di gioco nella partita con l’Ascoli. Un grave infortunio che costrinse Scavone ad un lungo recupero lontano dai campi di calcio. Intervallato dalle gioie per la promozione nella massima serie della squadra salentina, nella nuova stagione il nostro ha deciso di indossare la maglia del Bari (terza serie) rimanendo un attimo ai margini per via di alcuni problemi muscolari. «Diciamo che ho vissuto tutti questi mesi con il Bari un po' tra alti e bassi, situazione che comunque non mi ha dato la possibilità di trovare la necessaria continuità - dichiara Scavone -. Ho avuto dapprima un problema muscolare e poi è subentrata una distorsione alla caviglia. Cosa dire: la sosta cade a pennello perché mi da l’opportunità di recuperare».

Gli chiediamo se è pronto a dare addio a un anno sfortunato. «Lo ripeto quella del 2019 è stata una stagione con alti e bassi - ci risponde -. A partire dall’infortunio con il Lecce, non gravissimo ma sicuramente particolare. Ho attraversato un momento difficile e che ha messo in apprensione tante persone a cominciare dalla mia famiglia. Per fortuna adesso è passato, e adesso lo ricordo solo per una cosa negativa. C’è da dire comunque che il 2019 mi ha regalato un’altra promozione e quindi quella a livello lavorativa è un’altra grande soddisfazione».

Infortuni a parte, la carriera calcistica di Manuel Scavone è stata puntellata dalla sesta promozione in carriera ottenuta con il Lecce, salto di categoria che ha restituito lo scudetto dei salentini alla serie A. Palcoscenico che però, per l’ennesima volta (era già successo con il Novara di Tesser) non vede protagonista il centrocampista bolzanino che ha preferito ripartire dal Bari in serie C.

«Diciamo che non lo considero un ripartire – spiega Scavone – piuttosto considero di aver sposato un progetto ed una scommessa di una società forte, dove mi è stata prospettata una soluzione duratura e dove c’è voglia di costruire qualcosa e non frettolosamente. In piazze esigente e calde come quella di Bari è chiaro che l’obiettivo è quello di vincere subito, ma il progetto della nuova dirigenza, ripeto è serio e a lunga scadenza. Sono tornato a vestire la maglia del Bari ad otto anni di distanza dalla prima volta, l’ambiente a livello della tifoseria è lo stesso: piazza calorosa ed esigente. Allo stesso tempo comunque devo dire che la società è allo stesso modo esigente, è chiaro è cambiato il direttivo ma la voglia di far bene è rimasta la stessa, rispecchia quello chi mi fu prospettato in estate».

La Bari è una società ambiziosa il cui obiettivo dichiarato è quello di raggiungere al più presto la massima serie, anche se quest’anno già la cadetteria potrebbe rimanere un progetto difficile da ultimare.

«È normale che, essendo ripartita da zero, la società ha dovuto ricostruire vari settori e impegnarsi in tanti acquisti. C’è voluto del tempo per trovare la quadra. Ma adesso siamo diventati più squadra. Quest’anno, poi, il girone meridionale è molto duro, perché composto da tante piazze blasonate come quelle di Reggina, Ternana e Catania. In questo momento, poi, c’è la Reggina che sta sbagliando pochissimo e quindi va dato merito a loro, ma noi dobbiamo pensare ad andare avanti per la nostra strada e non sbagliare nulla. Il girone B quello più difficile? Non mi va tanto di fare dei paragoni, sicuramente penso che il girone C è dominato da una squadra che ancora non ha mai perso e francamente tolta la Reggina rimarrebbe un campionato molto equilibrato. Lo metterei alla pari con il girone B».

In carriera sono state sei le promozioni vissute da Manuel Scavone: la prima quella che consegnò l’Alto Adige alla C1 (2009-2010), a seguire ci fu immediatamente quella che portò il Novara di Tesser in serie A (2010-2011), a completare il tour vincente il centrocampista ha griffato il salto di categoria (serie B) con la Pro Vercelli vincendo la finale con l’Alto Adige (2013-2014), poi il doppio salto di categoria con il Parma (dalla C alla A) completato nello scorso anno dalla promozione del Lecce in serie A. Novara, Parma e Lecce, tre piazze, tre opportunità per poter debuttare nella massima serie, scenari che Scavone ha declinato preferendo ripartire.

«Diciamo che per un calciatore è normale puntare all’obiettivo di giocare nella massima serie. Nella mia carriera ho preferito guardare ad un progetto duraturo, e quindi ho fatto questo tipo di scelte, preferendo così accantonare queste possibilità dove avrei magari rischiato di fare qualche presenza, optando di continuare a giocare in queste squadre competitive, provando a vincere magari in altre categorie».

Ma qual è stata la promozione più emozionante? «Le promozioni sono sei, per fortuna sono tante ed ognuna ha un sapore particolare. A partire dalla prima con l’Alto Adige che è stata particolare perché raggiunta con la maglia del club che mi ha allevato nel settore giovanile, vissuta con ragazzi locali e con un allenatore come Sebastiani che è stato il mio pigmalione. Nell’arco della mia carriera ci sono state altre promozioni importanti, su tutte quella che ricordo con emozione è stata quella con il Parma perché vincere con lo scudetto di una società gloriosa e importante come quello dei ducali ti da sempre un’emozione particolare».

Tre le nevi della Valle Aurina è facile che l’occhio cada anche sulle vicende di casa Alto Adige. «Questo Alto Adige lo vedo bene, nel senso che hanno costruito qualcosa di importante. Ha i numeri per poter ambire alla promozione anche se ci vorrà anche un pizzico di fortuna. Sono comunque contento del percorso della società, e sono convinto che prima o poi faranno il grande salto, questo succede quando si lavora con grande serietà e passione. Sono requisiti fondamentali».

A poche ore dal brindisi di fine anno, gli chiediamo quali sono i suoi auguri per il 2020?

«Innanzitutto la serenità e la salute, per me e la mia famiglia. Poi spero di togliermi questi piccoli acciacchi, piccole cose che non mi hanno fatto lavorare in tranquillità e non mi hanno fatto esprimere il mio potenziale. A fine anno calcistico di poter festeggiare nuovamente una bella soddisfazione».

Ma quest’anno è già tutto deciso? «Non è ancora detto, il campionato rimane aperto fino a quando non lo dice la matematica. E poi il salto si può fare anche vincendo i playoff”».

Parola di mister promozioni Manuel Scavone.

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