Giovani “civili” e professionismo
La ricetta per il rilancio di Stefano Baldini, a Trento per la presentazione degli Italiani Cadetti di Cles
TRENTO. Corpi militari vietati agli Under 20 e professionismo spinto sia per gli atleti che per i tecnici. È questa la ricetta di Stefano Baldini, direttore tecnico del settore giovanile della Fidal, per far tornare competitiva ai massimi livelli la Nazionale italiana di atletica leggera. Alla presentazione dei campionati italiani Cadetti, in programma il fine settimana dell’8 e 9 ottobre a Cles, è stata sottolineata l’importanza di questo evento come ultima esperienza prima di entrare nella fase più agonistica dell’atletica e come molti degli atleti ora al top in Italia siano passati anche da questo tipo di manifestazione.
Ma se il settore giovanile trentino e nazionale appare in salute, le cose cambiano se si parla del settore assoluto. Le dimissioni del direttore tecnico Massimo Magnani e del consigliere federale Stefano Andreatta hanno gettato ulteriore benzina sul fuoco di un ambiente già teso dopo la debacle olimpica. Il vicepresidente Fidal Mauro Nasciuti prova a smorzare i toni: «Non stiamo poi così male – ha spiegato il vicepresidente Fidal – se allarghiamo il campo ai risultati ottenuti nelle precedenti manifestazioni internazionali siamo tra le prime tre nazioni europee, abbiamo fatto un ottimo lavoro nel settore giovanile e abbiamo ridato ossigeno ed energie ad alcune società con l’acqua alla gola. Siamo però consci che, come federazione, nel settore di altissimo livello abbiamo delle carenze e abbiamo commesso degli errori. È però presto per dire cosa succederà. Il 6 novembre ci sarà il consiglio federale e lì si decideranno le azioni per porre rimedio a questa situazione che, ripeto, riguarda solo la Nazionale maggiore e gli atleti di altissimo livello».
Più incisivo Baldini che afferma: «Bisogna svecchiare un po’ questa atletica che rimane ancora troppo legata alle tradizioni e al suo nome di “regina”. Invece deve diventare più appetibile all'esterno e concorrenziale rispetto ad altri sport che ci fanno la guerra, sportivamente parlando. Riprendendo le parole di Nasciuti il problema non penso sia tecnico, penso che all’estero atleti e tecnici godono di un professionismo assoluto che noi non riusciamo a dare. Ci sono tanti bravi tecnici in Italia che però svolgono la loro attività solo part time».
Poi c’è il problema degli atleti che “svaniscono” appena entrati nei corpi militari: «Lo dicono le statistiche – continua Baldini – e non possiamo ignorarlo. Abbiamo la consapevolezza di questo problema e sappiamo che dobbiamo porvi rimedio e che lo si dovrà fare indipendentemente dal nuovo gruppo di lavoro. Una prima contromisura l’abbiamo adottata: a partire dal 2017 nessun Under 20 potrà entrare in un corpo militare. Questo significa che un giovane atleta potrà proseguire il percorso nel suo club di appartenenza e maturare senza però la responsabilità che comporta indossare una divisa».
Infine un accenno al suo possibile ruolo al posto di Magnani: «Io mi sono trovato molto bene in questi quattro anni di lavoro con il settore giovanile – commenta Baldini – Per la posizione di direttore tecnico bisogna aspettare. Io sono disponibile, se poi si creano determinate condizioni possiamo sederci a un tavolo e ragionarne». (pa.t.)
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