Fra luci e ombre l’Aquila che vuole volare guidata dal suo capitano
Trento. Non si può dire che sia stato un anno facile e completamente in discesa quello che sta per chiudersi per l’Aquila basket. Ci sono stati momenti di luce e altri di ombra, ma questo non cambia...
Trento. Non si può dire che sia stato un anno facile e completamente in discesa quello che sta per chiudersi per l’Aquila basket. Ci sono stati momenti di luce e altri di ombra, ma questo non cambia il carisma dell’uomo simbolo di questa squadra. Andrès Pablo “Toto” Forray - un metro e 87 centimetri per 83 chili di peso - è il cestista argentino che milita con i bianconeri fin dal 2011. Dal 2013 ne è diventato capitano e uomo simbolo: ma non solo.
È stato protagonista dell'ascesa della squadra, dalla promozione in A1 fino alle finali scudetto. Anche quest’anno, come altre volte in passato, Forray è uscito anche dal campo per entrare nelle scuole trentine, soprattutto per affrontare il tema dell’inclusione.
Per testimoniare come un campione lo può essere davvero a 360 gradi. E come lo sport, quello vero, è quello che riesce a superare le barriere. Diventando uno strumento per trovare riscatto, superare difficoltà personali, una “palestra” per affrontare la vita e stare meglio con gli altri. E anche nei momenti di difficoltà si vede la forza e il carisma del capitano: quando il gioco non è stato come ci si aspettava, anche quest’anno Toto ha saputo suonare la carica per tentare, almeno, il riscatto. Fra alti e bassi, soprattutto nell’ultima parte dell’anno.
La carriera
Il concetto lo aveva spiegato molto bene, in un’intervista al Trentino, il nuovo allenatore Nicola Brienza, a inizio stagione: «Forray è praticamente il sindaco di Trento, non deve dimostrare nulla».
Basta fare un piccolo salto indietro nel tempo. Forray è cresciuto nelle giovanili del Club Banco Provincia di Buenos Aires dove ha fatto tutta la trafila delle giovanili dai 5 ai 17 anni. È il 2003 quando supera l’oceano Atlantico e arriva in Italia nel settore giovanile della Pallacanestro Messina. Praticamente subito riesce ad esordire in Serie A nell’incontro esterno contro Teramo.
Ma il destino è strano. La società siciliana fallisce, e così Forray deve reinventarsi. Passa prima in serie C2 nella Virtus Padova e successivamente a Jesolo. Inizia la scalata e la promozione dalla C1 alla B2 al termine del suo primo anno di permanenza. Ma al terzo anno di militanza nella squadra veneta arrivano i primi successi importanti: vince il campionato e la coppa Italia di categoria venendo promosso nella serie A dilettanti.
Siamo solo alle prime pagine di una lunga storia di vittorie. Nell'estate del 2008 viene ingaggiato dalla Fulgor Libertas Forlì, formazione che chiude la stagione regolare al primo posto salvo poi essere eliminata nelle semifinali play-off contro Casalpusterlengo, con lo stesso Forray che patisce un infortunio alla mano. La stagione della consacrazione definitiva è quella successiva.
Nel 2009 è promosso play titolare e la sua Fulgor Libertas Forlì chiude la regular season al primo posto con un impressionante ruolino di 24 vittorie e solo 4 sconfitte. Già nella stagione successiva diventa capitano della squadra.
L’arrivo a Trento
È il febbraio 2011, praticamente nove anni fa. Forray viene ceduto a titolo temporaneo all’Aquila Basket Trento in Serie A Dilettanti. Nel 2013 ne diventa capitano, guidando la squadra a due promozioni (nel 2012 e nel 2014) fino alla serie A.
Com’è andata poi la storia è cosa nota. Nella massima serie italiana Toto Forray diventa uno dei simboli dell’Aquila, fino al sogno della finale scudetto, raggiunto due volte: nel 2017 e nel 2018. Nel frattempo ha ormai superato le 300 presenze in competizioni ufficiali: nella storia del club trentino non esiste nessun giocatore che possa vantare lo stesso numero di presenze.
Insieme alla squadra Totoha partecipato a quattro edizioni della Eurocup (seconda competizione continentale) raggiungendo anche le semifinali nel 2016. Come riporta anche il sito ufficiale dell’Aquila, i suoi record personali in Serie A sono 21 punti, 6 assist e 4 palle recuperate, mentre in Eurocup 24 punti, 8 rimbalzi, 7 assist, 4 palle rubate.
Il cambio di allenatore
Il 2019, come detto, non è stato un anno sempre facile. Basta citare la maledetta gara-5 dei quarti di finale playoff, persa sul campo dei futuri campioni d’Italia della Reyer Venezia. Nel mezzo, fra una stagione e l’altra, c’è stato anche il cambio dell’allenatore.
La scorsa estate è stato lo stesso Forray a provare a dare la carica alla squadra: «I cambiamenti ci devono portare ulteriore entusiasmo, che qui comunque non è mai mancato - aveva detto in quell’occasione -. Con coach Brienza avevo già parlato al telefono quando era stato annunciato, mi ha esposto le sue idee. Cercherò di aiutarlo come ho sempre fatto anche con Buscaglia. Dal punto di vista fisico mi sento bene, in estate mi sono allenato e quindi sono pronto per iniziare al meglio la preparazione».
«Per quanto riguarda il campionato che sta per cominciare - aveva detto - penso che il livello si stia alzando. Milano e Bologna stanno costruendo due squadroni, senza dimenticare Venezia, che ha confermato la squadra con cui ha vinto lo scudetto, e Sassari».
Un inizio stagione difficile
Il resto è praticamente storia recente. A ottobre l’esordio in Europa, contro il Galatasaray, con il primo passo falso. Inserita nel gruppo D, la formazione di coach Nicola Brienza si è dovuta arrendere di fronte allo forza di una delle squadre favorite alla vittoria della competizione, pur sfiorando una rimonta - guidata dallo stesso Forray - che avrebbe avuto del clamoroso.
A pochi giorni di distanza un’altra caduta, questa volta contro Sassari. Poi ancora le ombre a Brescia e Cantù. Nella sesta giornata arriva finalmente una reazione, contro la neopromossa Treviso.
Una rimonta leggendaria
A novembre il colpo grosso, nella sesta giornata di Eurocup. L’Aquila si prende la soddisfazione della rivincita contro il Galatasaray. E a salire sugli scudi è proprio Forray, fra i principali autori di una rimonta leggendaria. Al Sinan Erdem Dome i bianconeri hanno recuperato ben 15 lunghezze di svantaggio e hanno trovato la vittoria grazie a un gioco da quattro punti proprio di capitan Forray (autore di 19 punti in 17 minuti) a 61 secondi dalla fine. È stato forse il momento più luminoso di questa ultima parte dell’anno: un pieno di fiducia dopo tanta fatica.
Il resto si ritrova nelle pagine di cronaca di questi giorni, con altre sconfitte e vittorie, qualche polemica e la difficoltà di mantenere la continuità. Così si arriva praticamente a oggi e alla vigilia dell’anno nuovo. L’obiettivo per il 2020 è proprio questo: riuscire a ottenere la continuità delle vittorie. Perché l’Aquila possa volare ancora più in alto.