Filosi firma coi pro e dal prossimo anno correrà con Cunego
Il giudicariense sarà un atleta della Nippo-Vini Fantini: "Sono pronto al salto, ora vorrei fare il Giro del Trentino"
TRENTO. Iuri Filosi. E la verità è che il 22enne corridore giudicariese non ha fallito e dal primo gennaio 2015 sarà professionista con la Nippo-Vini Fantini, formazione recentemente promossa da Continental a Professional e che punterà sull’esperienza del veronese Damiano Cunego, prelevato dalla Lampre-Merida. Obiettivo raggiunto per Filosi, che in estate sembrava poter ambire a una squadra World Tour, forte dell’interessamento di formazioni del calibro di Astana e Lampre.
Poi un lungo tira e molla e l’occasione che era sfumata. Almeno fino alla proposta della emergente Nippo-Vini Fantini, cui non sono passate inosservate le imprese del corridore trentino, protagonista di un’annata che gli ha regalato quattro successi, uno sfavillante argento agli Europei di Nyon e il sesto posto ai campionati del mondo di Ponferrada. Filosi, che nel 2014 era all’ultimo anno da Under 23, lo aveva dichiarato ad inizio stagione: «Punto al grande salto tra i pro». L’obiettivo può dirsi raggiunto, con la firma sul primo contratto da professionista apposta proprio nella giornata di ieri. Firma che lo legherà alla Nippo-Fantini per i prossimi due anni.
«A un certo punto della stagione si erano create delle ottime prospettive - spiega Filosi di ritorno da La Spezia, dove ha firmato il suo primo contratto da pro - ma magari è meglio così. Sono arrivato in una squadra che punta molto sui giovani (ci sono anche gli ex Zalf Marini e Berlato e Antonio Nibali, fratello del vincitore del Tour de France Vincenzo) e su elementi di esperienza come Damiano Cunego. Sono contento di poter correre insieme a lui e sono convinto che potrà aiutarci a crescere. Assisterlo in corsa, a nostra volta, sarà un grande piacere».
Filosi ha già avuto modo quest’anno di avere un primo assaggio di professionismo, in gara al Trittico Lombardo con la maglia azzurra e poi anche al Gp di Prato. Cosa si aspetta dal suo primo anno da pro?
La cosa principale è stare bene fisicamente e trovare un buon feeling con la squadra. Se vai forte, le cose poi vengono da sole. Quest’anno ho avuto un primo assaggio di professionismo e, pur non godendo della condizione ottimale, mi sono trovato abbastanza a mio agio.
Qual è il suo programma per i prossimi mesi?
Finché farà caldo andrò in bicicletta. Poi staccherò la spina per tre settimane, come faccio sempre. Il primo raduno sarà a fine dicembre e da lì in poi si lavorerà in vista del 2015 e delle prime corse della nuova stagione, in programma tra le fine di gennaio e l'inizio di febbraio.
La vittoria più bella del 2014?
Quella che non ho conquistato per colpa della sfortuna. Al Palio del Recioto ero al comando da solo a 3 chilometri dall’arrivo, con 30’’ sui primi inseguitori. Ho rotto la catena e addio vittoria. Quella corsa la sento mia: non figuro nell’albo d’oro, ma è come averla vinta. Tra le altre, mi è rimasta impressa la seconda vittoria di tappa alla Vuelta al Bidasoa (corsa a tappe spagnola). Una frazione dura, con gli ultimi 15 chilometri particolarmente impegnativi. Anche le altre, però, hanno grande valore: la Piccola Sanremo è stata la prima e anche lì ho vinto grazie a un bel “numero” nel finale. Il successo al Giro delle Pesche Nettarine è invece importante per il prestigio, al pari della medaglia d’argento conquistata agli Europei di Nyon.
Il più grande rimpianto?
Il più grande è proprio l'argento europeo, dove mi è mancato quel pizzico di tempismo necessario per puntare a un titolo che sentivo ormai alla mia portata.
Il sesto posto ai Mondiali?
Purtroppo a Ponferrada la gamba non era delle migliori: ho chiuso sesto, ma ritengo, comunque, che il risultato non sia da buttare.
Ora il pensiero corre al 2015?
Mi piacerebbe fare il Giro del Trentino. Mi sento più portato per le corse di un giorno che per le gare a tappe, ma devo ancora conoscermi.