Fenomeno Fiemme: in mille alle “feste” della Fossa giallonera
Boom di pubblico a Cavalese per la squadra di coach Chelodi: «E in tantissimi sono assoluti neofiti»
CAVALESE. «Un pubblico del genere non me lo ricordo nemmeno ai bei tempi della Serie A. O meglio: è chiaro che al match decisivo contro il Milano per la promozione nel massimo campionato, attorno alla pista ancora scoperta si erano riunite qualcosa come 2.500 persone, così come in occasione di altre partitissime. Ma adesso ne arrivano 800-1.000 anche per vedere la partita con il Feltre, con rispetto parlando». Parola di Tullio Daprà, nostro corrispondente da Cavalese, voce di Radio Fiemme e speaker del palaghiaccio, memoria storica dell’hockey fiemmese – e non solo di quello – che, alla bella età di 77 anni – trova ancora il modo d’infiammare la Fossa Giallonera e il resto del pubblico fiemmese declamando il nome dei marcatori alle partite di capitan Ciresa e compagni. Ad urlare di rimando il cognome ci pensano i 1.000 del palaghiaccio, lui replica dicendo «grazie», loro lo premiano con un «prego».
È anche questo il segreto del “fenomeno” Fiemme, quello che ogni 15 giorni, alle 18.30 della domenica, richiama appunto 1.000 spettatori – pubblico che i “cugini” dei Fassa Falcons della neonata Alps Hockey League si sognano... – nell’impianto di via Cermis.
L’hockey fiemmese visse la sua stagione d’oro tra il 1987 (con la vittoria in Serie B e la promozione nel massimo campionato) e il 1994: sette stagioni in Serie A con campioni del calibro di Mike De Angelis, John Bellio, Frank Di Muzio, Cary Farelli, Patrick Dell’Iannone, Piero Greco e l’apoteosi costituita da quello che per decenni era stato l’icona dello Spaghetti Hockey, il bolzanino Gino Pasqualotto, scaricato dai campioni d’Italia e “adottato” da Cavalese.
Grandi giocatori, grossi investimenti, non tutti oculatissimi: così agli anni d’oro fece purtroppo seguito il dissesto finanziario. Scomparso dai radar dell’hockey italiano, il Fiemme è riapparso negli anni 2000 in Serie B prima e in Serie C Under 26 poi, prima dell’attesissimo ritorno in grande stile della stagione 2015/2016. Alla seconda annata in Serie B, la squadra del presidente Ivan Betta è stata costruita attorno ad alcune leggende locali dell’hockey su ghiaccio: detto di capitan Michele Ciresa (che è anche membro del direttivo), le altre due colonne sono il direttore sportivo Sergio Liberatore, per anni prima roccioso difensore e poi manager dei “cugini” del Fassa, e Armando Chelodi, fiemmese, ieri attaccante del Fassa e del Bolzano, oggi allenatore. A dare loro man forte quest’anno sono arrivati i cavalli di ritorno Federico Gilmozzi e Paolo Nicolao.
Ma a fare la differenza, a Cavalese, è spesso il pubblico, autentico “settimo uomo” della squadra di Chelodi. «La Fossa Giallonera coinvolge tutto il resto del palaghiaccio – spiega ancora Daprà – È un tifo di tipo calcistico, ma senza eccessi. C’è un bell’entusiasmo, nel quale mi sono fatto coinvolgere anch’io, che cerco di dare un po’ di spettacolo in occasione dei gol del Fiemme. Una popolarità tale dell’hockey su ghiaccio a Cavalese non me la ricordo nemmeno ai tempi della Serie A. E fate attenzione: su 100 spettatori del palaghiaccio di via Cermis, 70 sono assoluti neofiti di questa disciplina, questo è il dato davvero interessante – conclude il nostro Tullio – Per non parlare del pullman organizzato sabato scorso per la trasferta di Alleghe, una cosa quasi senza precedenti».
Twitter: @mauridigiangiac
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