De Godenz: «Ha vinto lo sport»
Scene di giubilo ai trampolini di Predazzo. Lo storico presidente del Comitato organizzatore dei Mondiali: «Ci ho sempre creduto, Fiemme è al top al sud delle Alpi, determinante la qualità delle strutture». Anesi (Pinè): «L’impianto ancora da realizzare è diventato un punto di forza»
Predazzo. Ore 18 e spiccioli, la festa olimpica di Milano Cortina 2026 “scoppia” anche ai trampolini del salto con gli sci di Predazzo, sede scelta dagli organizzatori fiemmesi e pinetani per seguire con la dovuta trepidazione il voto del Cio a Losanna. Sci di fondo a Lago di Tesero, salto con gli sci a Predazzo, combinata nordica a cavallo tra le due località della vallata trentina e pattinaggio velocità a Baselga di Pinè. Urla di giubilo, abbracci e brindisi: è enorme la soddisfazione di chi in questa candidatura ha sempre creduto.
La soddisfazione di De Godenz
«Io sono ottimista di natura – dice il consigliere provinciale Pietro De Godenz, per anni a capo del comitato organizzatore dei Mondiali di sci nordico della Val di Fiemme – Ci ho sempre creduto, avevo avuto la possibilità di sentire chi votava per la Repubblica Ceca ed era con noi. Dal punto di vista organizzativo riusciamo sempre a dare il top, quindi penso che alla fine sia prevalso lo sport sulla politica. Oggi la politica aveva un ruolo molto importante, evidentemente abbiamo fatto bene anche su quel piano: c’era il presidente Conte, c’era Giorgetti, c’erano tutti i governatori, penso sia stato un successo del Paese. Ma come ci siamo presentati dal punto di vista delle strutture sportive, tutti i comitati, penso sia stato determinante».
Milano, Cortina, ma anche Fiemme, Pinè e Anterselva. «Questo credo abbia pesato molto, Anterselva è la patria del biathlon, noi siamo diventati importanti a sud delle Alpi, Aare non ha fatto un grande Mondiale né nello sci alpino né nel biathlon e questi sonpo argomenti che hanno determinato questa assegnazione», aggiunge De Godenz, che poi guarda ai prossimi anni per la Val di Fiemme, in attesa dei Giochi. «Io sono convinto che questa sia la ciliegina sulla torta, noi dobbiamo andare avanti e dimostrare che siamo i numeri uno a sud delle Alpi, dobbiamo anche crederci e, a livello provinciale, lavorare nella riqualificazione a livello turistico. Ma sarà un evento molto importante anche dal punto di vista sportivo, a livello nazionale, per rilanciare le nostre discipline».
Anesi (Pinè) suda di gioia
«Sono molto emozionato, non era una candidatura semplice – dice Sergio Anesi, già sindaco di Baselga di Pinè e consigliere della Federghiaccio, oggi membro della giunta Coni e della federazione internazionale del pattinaggio – Fino a qualche giorno fa avevo la sensazione che fossimo in testa, dopo però che sono scesi in campo re e regine hanno rimescolato le carte. Avevamo però il vantaggio dato dai nostri impianti, dall’attività fatta sul territorio, dalle manifestazioni internazionali, in quelle occasioni abbiamo sempre mostrato l’Italia al meglio. Credo che sia stato un premio all’Italia sensibile del mondo dello sport che guarda ai giovani, all’economia del Paese, che sa coniugare le esigenze del mondo dello sport a quelle di un Paese che vuole crescere».
Baselga di Pinè, con un impianto da costruire praticamente ex novo, era ritenuta uno degli anelli deboli della candidatura. Ma Anesi non è d’accordo. «Questo è quello che si diceva dopo il primo sopralluogo – dice – Abbiamo dato delle risposte così puntuali e così precise che Pinè è diventato un punto di forza. A Stoccolma avrebbero costruito un impianto che non sarebbe stato utilizzato per il ghiaccio, noi invece abbiamo proposto un impianto che nei prossimi anni avrà una legacy internazionale, sarà la pista più alta d’Europa. Andrà rilanciata un’economia turistica della località basata sullo sport».
Per Anesi non ha vinto la politica. «L’Italia è avvertita come un Paese instabile e questo non fa bene quando devono essere prese decisioni come questo. L’Italia invece ha una grande credibilità nello sport, grazie ad un Coni che è sempre stato libero dalla politica – conclude Anesi – Il Coni ha saputo dimostrare a livello mondiale di essere un istituto che sa governare lo sport nel modo migliore, anche in un momento difficile come questo».
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