Chesani, un’esclusione a freddo
Le Olimpiadi “scippate”: «Avvertito solo poche ore prima che avrei dovuto saltare 2,28»
TRENTO. Appiedato, spodestato, sgambettato. Giù da quell'aereo che doveva portarlo in Inghilterra e che ora partirà senza di lui. Silvano Chesani da domenica sera non fa più parte dei 92 azzurri che voleranno alle Olimpiadi di Londra. Uno smacco nell'aria dopo la cattiva prestazione agli Europei di Helsinki e reso ufficiale dalla lista diramata dal direttore tecnico della nazionale azzurra d'atletica Francesco Uguagliati al termine dei campionati italiani di Bressanone. Il nome del saltatore trentino non figura tra i convocati, al suo posto c'è invece Gianmarco Tamberi, che proprio domenica ha strappato in extremis la misura di qualificazione di 2,31. Una misura che Silvano aveva già saltato in febbraio, dunque per la Iaaf, la federazione internazionale, il trentino potrebbe anche partecipare, ma la Fidal, la federazione italiana, non la pensa alla stessa maniera.
Silvano guarderà le Olimpiadi dal divano di casa cercando di smaltire la rabbia per un posto meritato e poi toltogli quasi senza preavviso: «Ho scoperto solo all’ultimo momento - spiega amareggiato - che domenica avrei dovuto saltare almeno 2.28 per garantirmi la convocazione ai Giochi. Non sarebbe cambiato molto, ma non è il massimo essere trascurati proprio nel momento in cui si decidono le convocazioni. Peccato, ora aspetto un po' di tempo poi assieme al mio allenatore Giuliano Corradi analizzerò questa parte di stagione per vedere cosa non è andato per il verso giusto».
Un inizio di stagione folgorante, con il minimo olimpico ottenuto a febbraio agli Indoor di Ancona. Poi la decisione di limitare le gare per gestire meglio le energie, ma i risultati non sono arrivati: 2.20 al Golden Gala, 2.16 a Orvieto, 2.15 a Torino fino all'eliminazione agli Europei di Helsinki con 2.15. I campionati italiani erano l'ultima chiamata e il 2.22 è bastato a Uguagliati per decidere di lasciarlo a casa. A posteriori è però troppo facile parlare di decisione sbagliata: «La scelta - prosegue Chesani - è stata fatta per cercare di gestire le energie. Forse proprio disputare poche gare è stato deleterio. Quel che è certo è che, tranne una settimana, non ho avuto problemi fisici nel preparare gli appuntamenti in calendario. In allenamento stavo bene e riuscivo a svolgere con profitto il lavoro e saltare anche ottime misure, ma in gara non ho mai trovato le sensazioni giuste per dare quel qualcosa in più che mi ha sempre permesso di ottenere i risultati. A posteriori posso dire che forse mi è mancata la tensione da gara: l'anno scorso gareggiavo quasi ogni settimana e tutto è andato bene pur non combinando molto in allenamento, quest'anno è successo il contrario».
Tutte cose che Silvano dovrà analizzare assieme al suo coach per cercare nuovi risultati entusiasmanti, la miglior medicina per smaltire la delusione: «Ora - conclude Chesani - disputerò una gara, forse due, poi un po' di vacanza prima di cominciare a preparare la prossima stagione, visto che questa ormai si è conclusa». Purtroppo nel peggiore dei modi.
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