ciclismo estremo

Calore a 77 anni doma lo Stelvio in discesa senza freni

Missione compiuta: il recordman venerdì notte è riuscito nell'impresa di scendere i 48 tornanti del Passo di notte con la sua bici senza freni e manubrio


di Luca Pianesi


TRENTO. Missione compiuta. Giuliano Calore ce l’ha fatta: a 77 anni è riuscito nell’impresa di scendere di notte i 48 tornanti dello Stelvio con la sua bici senza freni e senza manubrio armato solo di coraggio, equilibrio e di una timida lucetta posizionata sul palmo della mano destra. Ce l’ha fatta nella notte a cavallo tra venerdì e sabato e ogni fase del suo nuovo grande record («la mia impresa più sofferta», l’ha definita lui) è stata interamente ripresa dalle telecamere della troupe che sta realizzando un film documentario sulle sua vita (“48 Tornanti di Notte” di Fabrizio Lussu e Anna Grendele, diretto da Fabrizio Lussu e prodotto dalla Stuffilm di Bra in uscita a dicembre 2015).

Una sfida eccezionale, con partenza fissata alle 22.15 dai 2758 metri di altitudine del Passo dello Stelvio e arrivo 52 minuti dopo a Gomagoi, a quota 1260 metri. «Il tutto con un vento gelido a tagliarmi la strada, ad ogni curva - racconta il padovano - e con una tensione addosso mai provata prima. Erano tre giorni che ci trovavamo al Passo dello Stelvio ed ogni mattina la giornata cominciava con il sole per poi guastarsi alla sera. Eravamo abbastanza disperati. Per affrontare la discesa senza manubrio, freni, pignone fisso né contropedale, per di più di notte, infatti, le condizioni meteo dovevano essere almeno minimamente accettabili. L’ultima sera, quella di venerdì, era molto freddo e c’era un forte vento ma almeno non pioveva. Il medico e lo staff mi hanno detto “Giuliano non ci provare perché ti ammazzi”. Io gli ho giurato che al primo azzardo mi sarei buttato a terra ho detto un “Ave Maria” e un “Padre Nostro”, mi sono messo un maglione di lana e due calzamaglie per il freddo e mi sono lanciato».

Davanti a lui (a una certa distanza per lasciare Clore immerso nelle tenebre) la macchina per le riprese, dietro una moto ed altre auto e ad attenderlo al traguardo e in alcuni punti accessibili del percorso, un nutrito gruppo di fan venuti anche da lontano, in attesa di festeggiare l’ennesima impresa del loro eroe. Calore, infatti, è “l’uomo dei record estremi” (ne ha stabiliti ben 12, a cavallo tra gli anni ’80 e il 2011, in sella alla sua bicicletta senza freni e senza manubrio, tutti entrati nel Guinness World Records) e quello di venerdì notte rischia di essere la tredicesima medaglia da apporre al suo petto da atleta avventuriero.

[[(Video) Giuliano Calore senza mani giù dallo Stelvio]]

«Durante la discesa non c’erano i notai del Guinness World Record - spiega Giuliano dalla Val di Non dove ieri si trovava per essere festeggiato da amici e tifosi - ma tutto è stato ripreso dal primo chilometro al venticinquesimo, per tutti i 52 minuti di impresa quindi è probabile che venga omologato come record. Una prestazione che dedico al Padova Calcio e alla curva Gildo Fattori. Con quest’ultimo, infatti, ho inciso 4 album nell’altra mia vita, quella da pianista (erano gli anni ’60 ndr) ai tempi degli Strangers e quindi voglio dedicargli questa che è la mia più grande vittoria. D’altronde se ho cominciato ad andare in bici senza mani (e poi senza manubrio) è proprio per via della musica. Perché mentre pedalavo trovavo l’ispirazione e dovevo alzarmi sui pedali per scrivere e comporre. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata e anche di record ne sono venuti tantissimi. Ma questo è il più bello: era diventato un incubo - conclude Calore - e ora sono due notti che non dormo per l’eccitazione di avercela fatta. A 77 anni. L’uomo non ha limiti se ci si mette d’impegno»













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