Bitumcalor formato schiacciasassi

La prima partita decisiva ha visto Chieti incapace di reagire allo strapotere trentino. Supremazia netta


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Schiantati. Annichiliti. Polverizzati. Se preferite, visto che è successo prima di cena, gratuggiati. Insomma, la Bitumcalor ha strappato il primo dei tre biglietti che servono per balzare in A2 con una protervia da fare paura.

Ed i malcapitati ospiti di Chieti, il finale di 85 a 60 dice tutto, sono apparsi balbettare basket a fronte dei fini dicitori di Buscaglia. Forza fisica, fantasia e concentrazione fusi in una squadra che si è presentata alle partite che contano non solo carica, ma addirittura esplosiva: grazie alla giovinezza irriverente di Spanghero, alla fisicità di Pazzi ed alla concretezza del suo attacco, quest’Aquila ha fatto tutto quello che ha voluto, non gettando via nulla, come si fa con tutte le parti del maiale.

Se il livello è questo, e se la squadra di Sargentone non troverà una sorta di pozione di Asterix, l’impresa sembra meno distante. Ma qui, per ovvi motivi legati alla scaramanzia, ci fermiamo.

E lasciamo spazio alla cronaca. Si parte col turbo innestato e Trento mette subito i puntini sulle i, al primo stop timbra un eloquente 12-4 che mette la giusta paura agli ospiti. In difesa Pazzi detta legge , l'attacco lo sostiene da paura ed il divario si dilata sino ad un 20-10 che esalta il pubblico (comprensibilmente folto come non mai, 2600 spettatori) sulle tribune. Il primo quarto si chiude con i rossi ad accorciare, ma appena un pelo eh,il gap: musica e acqua minerale sul 23-15 con 9 punti nella casellina di Walter Santarossa.

La seconda frazione di gioco vede la Bitumcalor arrembante, subito un micidiale 29-15 , ma anche un Matteo Pazzi in campo con una sorta di turbante per via di una brutta botta rimediata in testa. Gara da applausi continui e ne becca tanti Simone Fioritio quando con un tiro da tre porta Trento sul 36 a 23. Altro time out con la Bitumcalor avanti di 15 punti . Magia da tre anche di Luca Conte ed il divario tra le due finaliste comincia a farsi imbarazzante anzicheno' con un 43 a 26 da pelle d'oca. Prima di chiudere Trento trova forza ed estro per allungare ancora, addirittura sfiorando il doppiaggio di una frastornata Chieti. Tutti negli spogliatoi sul 50 a 28.

Nel secondo tempo si attende la riscossa dei rossi, ovviamente costretti a cambiare mentalita' per cercare di raddrizzare la barca: Chieti accorcia e si porta sul 34 a 50, Luca Conte riallunga per Trento ma occorre tenere ben dritte le orecchie. Forray ci sente piu' che bene e dalla distanza, ripetendo la medesima impresa un minuto piu' tardi , porta a 63 lo score di un'Aquila ancora bella concentrata. Pubblico sull'orlo della commozione per una squadra bella e possibile. Tutto fila liscio, oliato, e anche il terzo tempo viene affidato alle statistiche con un vantaggio che parla da solo: 67 a 45.

La giostra va che e' un piacere anche nell'ultimo quarto aperto da un gioco di prestigio di Spanghero, con tre punti da show. Con i minuti che scendono in picchiata Chieti butta sul parquet tutta la disperazione ma il divario cala poco, o niente, con il tabellone luminoso a sancire un impietoso 80 a 57. Finale: 85 a 60. E parte “Sarà perche' ti amo”.













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