Alonso a Campiglio: «Il mio primo avversario? Hamilton»

Il campione della Ferrari, in Trentino per Wrooom, «snobba» il campione del mondo Sebastian Vettel



MADONNA DI CAMPIGLIO. «L’obiettivo del miglior team della storia di F1, la Ferrari, è vincere il titolo. Ed è anche il mio obiettivo personale. Alzare la Coppa vestito di rosso è il massimo. Ma non sento il peso di dover vincere per forza, è un obbligo che non c’è mai nello sport». Fernando Alonso lo chiarisce subito: correre è un divertimento, non un dovere. Presentando la stagione a Wrooom, spiega di sentirsi «fiducioso che la macchina 2013 sia migliore di quella passata e di essere competitiva dalle prime gare». E commenta l’arrivo dell’amico e connazionale Pedro De La Rosa come collaudatore per sviluppare il simulatore: «L’arrivo di Pedro è molto positivo. Qualsiasi uomo che venga da un’altra scuderia con l’esperienza che ha fatto lui in McLaren ci può aiutare sicuramente, il simulatore è quella parte tecnica che ci mancava, dobbiamo essere più forti. Era libero all’improvviso e abbiamo potuto puntare su di lui, ci può aiutare. Penso che ci saranno altri arrivi di persone importanti quest’anno, conta soprattutto la prestazione dell’auto».

«Lewis Hamilton resta il miglior pilota avversario. Sebastian Vettel lo è stato solo a tratti, ma comunque ha meritato di vincere tre titoli di fila», ha proseguito Alonso. «Il principale avversario non so ora chi potrà essere nel prossimo mondiale, perché sarà quello che avrà il pacchetto generale più forte: macchina, team, fortuna. Ma se la domanda è chi sia il pilota più forte, per me è Hamilton. Lo era l’anno scorso, ed è un’opinione personale, non unopinione “politica”. La forma complessiva pilota-squadra deciderà chi sarà il rivale, ma in griglia è lui il più forte». Ma scusi, Vettel davvero non è il pilota più forte con tre titoli conquistati di fila? «Non dico questo, Vettel è un grandissimo pilota e nel 2011 è stato addirittura fantastico per performance. È vero che aveva la macchina di gran lunga più veloce, ma anche quando macchina va bene a volte qualcuno si rilassa. Fu un mondiale variabile, asciutto, bagnato, eppure non fece nessun errore. In questi tre anni in alcuni momenti è stato il migliore di tutti gli altri e si è meritato i titoli conquistati».













Scuola & Ricerca

In primo piano