A Vicenza l’omaggio a Pablito
In migliaia alla camera ardente del Menti. A fine giornata sono state stimate in 3.500-4.000 le persone che hanno voluto rendere omaggio all’uomo che fece grande il Lanerossi. Riappaiono gli striscioni “Rossigol”, l’amministrazione comunale vuole dedicargli il viale dello stadio
Vicenza. Paolo Rossi è tornato a Vicenza, la città che lo lanciò nel calcio che conta, per la sua ultima partita. E il cuore biancorosso, quello del “Lanerossi” che lui riportò in Serie A, è tornato forte come negli anni ’70. Tra Pablito e la città del Palladio un amore che non si è mai interrotto. I vicentini l’hanno dimostrato nel momento più difficile: mettendosi in fila a centinaia, a migliaia, per attendere il proprio turno, al freddo e fino a che ha fatto buio, per salutare nel mitico stadio “Menti” il feretro in noce chiaro con la salma del campione del Mundial dell’82.
Lutto cittadino, e lo sarà anche oggi - così come a Prato, che ha dato i natali a Rossi - per i funerali del calciatore che fece felice l’Italia. Nel primo pomeriggio si contavano già oltre 1.500 persone, su una fila che ha raggiunto il chilometro di lunghezza, per accedere sul prato del “Menti”, dove è stata allestita la camera ardente. A fine serata la stima era arrivata a 3.500-4.000.
«Arrivò a Vicenza quasi come uno sconosciuto - ha commentato Antonio, un anziano tifoso - al punto che i quotidiani sportivi nazionali lo avevano inserito tra le riserve. Ma ci mise poco a conquistare il posto in squadra e a diventare un protagonista». «Sembrava uno studente liceale tanto era giovane - ha ricordato il signor Giovanni, che lo vedeva far colazione negli anni ’70 nel bar sotto casa - e anche allora era sempre sorridente e felice».
La bara è stata sistemata all’uscita degli spogliatoi, sotto la tribuna centrale. Subito è stata sommersa di fiori e di maglie biancorosse con il numero 9. In mattinata, invece, erano apparsi numerosissimi in città striscioni bianchi con la scritta “Rossi Gol”, ricordo di un vecchio slogan che comparve al “Menti” nella stagione 1976-1977, in serie B, quando le reti a ripetizione dell’allora sconosciuto Paolo Rossi portarono la squadra veneta in Serie A. Manifesti che sono stati appesi alle finestre, sui balconi, sugli alberi.
Tra i tanti giunti a Vicenza per l'ultimo saluto, Marco Tardelli, che si è trattenuto a lungo davanti alla bara con Federica Cappelletti, la moglie di Rossi, e le loro due figlie, e il tecnico della Fiorentina, Cesare Prandelli. «Per me è un amico, un amico sincero: non riesco a trovare le parole, non l’ho ancora accettato», ha detto l’ex selezionatore azzurro. Che poi, commentando la fila di gente fuori dello stadio, ha aggiunto: «È la testimonianza di come ha vissuto Paolo la propria professione, e la gente viene a salutare Paolo, non il calciatore. È riuscito come pochi al mondo a riprendersi da momenti sempre difficili ricordando i valori dell’amicizia. Non è mai stato un personaggio, lo è diventato perché nel calcio ha fatto quello che ha fatto. Come persona è sempre stato di grande umanità e sensibilità».
A Vicenza stanno già pensando di dedicargli il viale che porta allo stadio. Prima dell’apertura della camera ardente, era arrivata anche la prima moglie di Rossi, Simonetta Rizzato, con il figlio Alessandro. La Lega Serie A e tutte le società ricorderanno e renderanno omaggio a Paolo Rossi attraverso una serie di iniziative in occasione del prossimo turno di campionato. I calciatori scenderanno in campo con il lutto al braccio e prima del calcio d’inizio di ogni partita sarà osservato un minuto di raccoglimento, al termine del quale sarà diffuso un audio storico che ricorderà le gesta dell’ex attaccante al Mondiale del 1982. Ieri sera la camera ardente è rimasta aperta ben oltre l’orario previsto (le 20) per permettere a chi è in coda di dare un saluto al campione. I tifosi della curva sud, quella degli ultras biancorossi, hanno organizzato una fiaccolata silenziosa per accompagnare lungo viale dello Stadio la macchina con la salma di Pablito.
Oggi il fischio finale della sua grande carriera. I funerali si terranno nel Duomo (trasmessi in diretta tv su Rai2 e anche su Sky), con inizio alle 10.30.