Da un punto di vista tecnico, il bonus fiscale è una detrazione fiscale che si può trasformare in credito d’imposta di cui il cittadino è titolare nei confronti dello Stato. Con il Superbonus in pratica si matura un credito del 110% sul valore delle spese dei lavori di riqualificazione: dei soldi “virtuali” diciamo, che si possono recuperare in 5 anni attraverso la dichiarazione dei redditi. Trattandosi, però, di interventi molto costosi e di importi molto elevati, è difficile che un privato cittadino possa recuperare tutto questo credito attraverso sconti sulle tasse.

Ed è qui che entrano in gioco la cessione del credito e lo sconto in fattura, che sono le caratteristiche principali del Superbonus.

Con la cessione del credito è possibile, per l’appunto, cedere il credito d’imposta di cui si è titolari a una banca, cassa rurale o finanziaria. Cedere il credito vuol dire che si cede alla banca il proprio diritto alle detrazioni fiscali, maturate con gli interventi di riqualificazione. In cambio, la banca ci liquiderà la somma corrispondente, al netto dei costi delle varie pratiche, in un’unica soluzione.

L’alternativa è rappresentata dallo sconto in fattura: con questo, possiamo richiedere all’impresa che ha fatto i lavori di applicare uno sconto in fattura fino all’importo massimo del corrispettivo dovuto. Anche in questo caso, dunque, noi non dovremo sborsare né anticipare nulla. L’impresa si farà carico di tutte le spese e diventerà creditrice al posto nostro verso lo Stato. Oppure, potrà a sua volta cedere questo credito alla propria banca, e ottenere liquidità in un’unica soluzione.

La cessione del credito è attiva da un paio di mesi, secondo i requisiti previsti dal Decreto Rilancio e dai provvedimenti attuativi. Sul sito web di Cassa Centrale Banca o presso gli sportelli delle Casse Rurali Trentine è possibile ricevere informazioni dettagliate, per capire come approfittare al meglio della super-agevolazione per ristrutturare casa.