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Test Invalsi, la scuola trentina “supera” la prova pandemia

Unica regione italiana a rimanere sopra i dati del 2019: molto bene l’inglese. Bisesti: “Merito delle lezioni in presenza”



TRENTO. E’ la prima rilevazione Invalsi sui risultati scolastici dopo la pandemia e il Trentino ne esce bene, soprattutto in rapporto al resto del Paese.  

Per quanto riguarda la scuola primaria trentina, parte con valori non dissimili dal dato nazionale, ha sottolineato Roberto Ricci, responsabile nazionale delle prove Invalsi. “Ciò che ha fatto la differenza per il Trentino è la cura che si è dedicata alla scuola”.

Sul fronte della scuola secondaria, la Provincia di Trento è l'unico territorio del Paese – nonostante qualche arretramento si registri – che riesce a rimanere al di sopra dei risultati del 2019, e questo è avvenuto in modo generalizzato per le discipline. Gli studenti eccellono in particolare nell’inglese.  “La fatica è stata ripagata dai risultati”, ha detto Ricci. 

Un altro dato positivo riguarda la dispersione scolastica implicita, ovvero i ragazzi che terminano la scuola secondaria e sono deboli in tutte le discipline, destinati all’esclusione sociale. 

L’assessore all’istruzione Mirko Bisesti ha rivendicato lo sforzo fatto in Trentino sulla scuola in presenza: “In altre parti d’Italia c’è chi con troppa leggerezza ha chiuso le scuole”. E ha ringraziato tutti, non solo il comparto scuola ma anche la sanità, i trasporti, Trentino Digitale per la fornitura di tecnologia agli studenti.

Luciano Covi, direttore di Iprase, ha sottolineato l’impegno dei docenti sul fronte della formazione: “Nel periodo più critico, da marzo ad agosto, Iprase ha raddoppiato i propri utenti, raggiungendo quasi 10 mila persone nel corso dell’anno scolastico 2020-2021”.

Per la sovrintendente scolastica Viviana Sbardella questi risultati devono essere un punto di partenza  per migliorare la scuola trentina. 













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