Spreco alimentare sempre più preoccupante: Assfron incontra gli studenti del Cfp-Upt di Rovereto
Oggi si celebra la Giornata nazionale di Prevenzione. In un anno c’è stato un aumento netto: da 469,4 a 617,9 grammi settimanali a persona
ROVERETO. Mancano 5 anni al traguardo dell’Obiettivo 12.3 fissato dall’Agenda sulla sostenibilità 2030, delle Nazioni Unite, e la situazione è tutt’altro che tranquilla. “E’ tempo di agire, time to act”, recita il tema della 12^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare in calendario per oggi 5 febbraio con un confronto sempre più stringente con lo stato di attuazione degli Obiettivi sopra citati dell’Agenda dell’ONU. “Dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite, sia nella vendita al dettaglio che nelle case dei consumatori, come nelle mense scolastiche, e ridurre le perdite di cibo durante la catena di produzione e fornitura” è il grande traguardo prospettato dall’obiettivo dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile adottata dalle Nazioni Unite il 25 settembre 2015. Un obiettivo da raggiungere con tante azioni virtuose indicate dalla campagna pubblica di sensibilizzazione: “Spreco Zero” attraverso molte iniziative.
Assfron è stata in prima linea in questi dieci anni, in questa campagna di sensibilizzazione incontrando ogni anno migliaia di studenti delle scuole di ogni ordine e grado, ma anche con molte testimonianze sulla TV e sulla carta stampata.
L’edizione di quest’anno sarà focalizzata sulla prevenzione dello spreco alimentare a vari livelli- da quello domestico, che incide per il 58,55% sulla filiera dello spreco, con un costo di 8.242 miliardi di euro, alle perdite in campo, alla dispersione alimentare prima dell’acquisto. Sarà soprattutto l’occasione per inserire nel quotidiano di ciascuno le buone pratiche, azioni e comportamenti a ogni livello – cittadini, enti pubblici, imprese, associazioni, scuole - per arrivare insieme alla mèta. A partire dalla prevenzione e riduzione dello spreco alimentare nelle case, nella filiera di produzione, distribuzione e commercio del cibo, nella ristorazione, nelle mense, nei comportamenti e nelle abitudini di acquisto, gestione e conservazione degli alimenti: consapevoli delle strette implicazioni fra spreco alimentare e impatto ambientale, non dimentichiamo che gli sprechi contribuiscono per circa il 30% nelle emissioni di Co2 nell’atmosfera, ricorda l’economista e divulgatore prof. Andrea Segrè, fondatore della Giornata nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare e direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International.
Su proposta di Assfron, la giornata è celebrata oggi al CFP-UPT di Rovereto alla presenza di diverse classi, con interventi del dirigente scolastico Paolo Zanlucchi, Relatori Carlo Bridi segretario Assfron, il dott. Dario Piccoli.
Ma qual è il quadro attuale? L’inflazione alimentare, ancora non domata, i salari stagnanti, l'aumento del costo della vita, uniti alle instabilità geopolitiche causate dalle guerre in zone chiave per la produzione di materie prime e il trasporto delle merci, determinano un contesto assai complesso. Per questo i dati del Rapporto 2025 dell’Osservatorio restituiscono un complesso scenario determinato dai risvolti economici, sociali e ambientali della crisi e le sue molteplici conseguenze sullo spreco alimentare, sulle abitudini di acquisto e sul consumo alimentare.
Gli sprechi alimentari dopo alcuni anni di calo hanno ripreso a salire ed hanno raggiunto i 617,9 grammi/settimana/persona dopo che nel 2023 si erano assestati su 469,4 grammi settimanali a persona. Lo spreco di filiera costa in Italia, complessivamente 14.101 miliardi di euro, l’anno.
Le fasce più povere della popolazione, sono state spinte a scegliere opzioni alimentari meno costose, spesso abbassando la qualità e il valore nutrizionale degli alimenti. Il che ha avuto un doppio riflesso negativo: sono aumentati gli sprechi perché i beni acquistati, soprattutto ortofrutta, deperiscono prima; è peggiorata la salute dei consumatori per l'abbassamento qualitativo della dieta” precisa il prof. Segrè. La Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare nell’edizione 2025 si presenta quindi come un'opportunità cruciale per sensibilizzare la società civile, la comunità scientifica e le istituzioni su come il contesto economico globale intrecciato con altre sfide influenzi direttamente il modo in cui acquistiamo, consumiamo e affrontiamo il fenomeno degli sprechi alimentari domestici e quali politiche promuovere per stimolare un’alimentazione sana e sostenibile.
Che la cosa sia urgente lo dimostra anche il fatto che il 2024 è stato l’anno più caldo dell’ultimo millennio. Ma non solo: l’agricoltura ha avuto nell’ultimo anno danni da catastrofi ambientali per oltre 9 miliardi di euro.
Di qui l’appello: ciascuno di noi deve fare la propria parte.