Liceo classico, non solo greco e latino: ora si sfornano scienziati
Alla “Notte dei licei classici” studenti e prof raccontano la trasformazione in atto: più ore di matematica e informatica accanto ai classici, e tanti scelgono le facoltà scientifiche
TRENTO. Diventare medico, fisico, ingegnere, matematico: sono queste le aspirazioni più diffuse negli studenti del Liceo Prati che abbiamo incontrato venerdì sera 6 maggio nel corso della "Notte dei licei classici", iniziativa nazionale che punta a mostrare al pubblico l'offerta didattica di una tipologia d'istituto che tradizionalmente sforna giuristi, avvocati, notai, comunicatori, letterati e, perché no, giornalisti.
Sarà stata la serata incentrata intenzionalmente sul connubio tra cultura umanistica e sapere scientifico e che ha inevitabilmente coinvolto gli studenti con il "pallino" delle scienze esatte, ma è il segnale significativo che i licei classici ed in particolare il Liceo Prati di Trento stanno cercando una nuova identità, in cui le scienze non siano più materie di "seconda fascia" rispetto ai più caratterizzanti latino, greco, letteratura, storia e filosofia, ma pilastro portante della proposta complessiva.
Lo conferma il professor Ivan Sodini, docente di latino e greco che ha coordinato al Prati le iniziative della "Notte dei licei classici": «Negli ultimi due decenni, le materie scientifiche hanno perso quella caratteristica "ancillare" nei confronti del greco e del latino. Oggi c'è un nuovo modo di concepire il liceo classico e non è un caso se molti dei nostri diplomati finiscano per frequentare facoltà scientifiche con grande soddisfazione».
Lo ha confermato la dirigente scolastica Paola Baratter: «Il nostro è un liceo classico rinnovato, con percorsi nuovi che prevedono più ore di matematica o scienze, enfasi sulle lingue straniere e sull'internazionalizzazione, ma anche più storia dell'arte, cinema, fotografia e linguaggi della modernità e informatica".
Nel corso della "Notte dei licei classici" gli studenti del Prati hanno proposto una serie di simposi, cogestiti insieme ai docenti, nel corso dei quali hanno impersonato i più illustri filosofi e scienziati, spesso con l'aiuto di travestimenti essenziali ma spiritosi: si potevano incontrare Archimede, Aristotele, Keplero, Newton e persino… Alberto Angela, o meglio un suo emulo.
In altre aule sono state proposte alcune rappresentazioni teatrali, come le "Antigoni" e i "Promessi sposi" o una versione rivisitata del "Galileo" di Bertolt Brecht. Nel laboratorio di fisica venivano mostrati esperimenti di fisica della luce, accompagnati dalla lettura di brani di letteratura classica o moderna. È nell'aula di fisica che abbiamo scambiato qualche parola con alcuni studenti e a loro abbiamo chiesto quanto le materie scientifiche siano nel concreto entrate nella loro preparazione, al di là delle serate dedicate: «Usiamo spesso i laboratori e molti studenti si sono appassionati al punto da intraprendere percorsi universitari di tipo scientifico» ha risposto una studentessa, che aspira a diventare medico, mentre un suo collega del quinto anno dice: «Io sono stato ammesso a ingegneria, non conosco quasi nessun diplomando classico che si sia iscritto a Lettere». Certamente non bisogna generalizzare, perché l'impianto umanistico è ancora forte ed al liceo classico le rivoluzioni accadono piano piano, ma sono indubbiamente segnali di un modo nuovo di interpretare le richieste della modernità.