Cia presenta il disegno di legge: «Basta ideologia gender dalle scuole». Fuori la protesta: «Così a rischio i ragazzi lgbtq+»
La proposta di legge di Fratelli d’Italia per la “libertà educativa”: «Sull’educazione affettiva e sessuale a scuola scelgano le famiglie». Brandi (Pro Vita): "Gay e trans discriminati? Una favola" (foto C.Libera)
TRENTO. Dentro il palazzo della Provincia il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Claudio Cia presenta il suo disegno di legge sulla “libertà educativa”, fuori la protesta di Arcigay e altre associazioni: “Così si mette a rischio la libertà dei ragazzi lgbtq+ a scuola”.
Un disegno di legge che nasce dalla petizione popolare di Pro Vita e che si fonda sul presupposto che «in questi anni in alcune scuole si è promossa l’ideologia gender all’insaputa delle famiglie». Il ddl, è stato spiegato dai promotori (c’è anche Luca Guglielmi di Associazione Fassa) sancisce il «diritto di priorità dei genitori nella scelta del genere d’istruzione da impartire ai loro figli, tanto più nel caso delle attività facoltative che non rientrano nel curricolo obbligatorio e che sono relative a temi sensibili come le attività relative all’educazione affettiva o sessuale, la salute riproduttiva, il genere e l’identità sessuale».
Con la proposta di legge si chiede che all’interno delle scuole trentine non sia consentita la realizzazione – con il coinvolgimento di studenti – di progetti o attività basati sulle prospettive di genere, che promuovano la fluidità di genere o dell’identità sessuale, oppure che insegnino a dissociare l’identità sessuale dal sesso biologico: «Gli studenti vanno rispettati, protetti, e non usati a scopi ideologici e d’indottrinamento».
Protestano fuori le associazioni: «Nel disegno di legge c'è scritta la parola libertà, ma a noi pare che vada a lavorare nella direzione opposta». Così il presidente di Arcigay del Trentino, Shamar Droghetti, davanti a palazzo della Regione a Trento, dove è in discussione il disegno di legge promosso da Claudio Cia (Fratelli d'Italia) "sulla libertà educativa". A partecipare alla manifestazione contro il ddl, ci sono Arcigay del Trentino, Agedo del Trentino, Lila, Arci del Trentino, Udu, Collettivo transfemminista, Rete studenti medi, Anpi, Non una di meno e Lila.
Se il ddl passerà, ha detto Droghetti, il rischio «è che i ragazzi lgbtq+ che siedono nei banchi di scuola non vedano più riconosciuta la loro libertà». «Le persone trans sono tra le più colpite nella loro salute mentale. Il proprio genere non è una scelta. Chiediamo con forza ai consiglieri di minoranza di fare tutto l'ostruzionismo possibile», ha aggounto Eris Ferrari, responsabile per le politiche trans di Arcigay del Trentino.
Secondo il presidente di Pro vita e famiglia onlus, Antonio Brandi, non c'è il rischio che se venisse approvato il ddl "per la libertà educativa" gli studenti lgbtq+ subiscano discriminazioni:"Quella delle discriminazioni è una favola. Basta informarsi. Il ddl Zan è stato bocciato perché le vere discriminazioni sono quelle subìte dalle persone che io chiamo cisgender, gli etero". C.L.