Da Einstein a Harry Potter, quando la scienza scherza



Da Albert Einstein a Leonardo De Vinci passando dal mappamondo per terrapiattisti, le medicine di Harry Potter fino al Cern e la rinomata rivista Science: a unirli tutti con un divertente filo rosso sono scherzi e burle raccontate in modo semplice e brillante da Vito Tartamella in 'Un salame nello spazio e altri scherzi da scienziati' (Edizioni Dedalo, 176 pagine, 16 euro).

Tutti sappiamo che la scienza e' rigorosa e tenta di definire e comprendere i fenomeni naturali senza lasciare spazio a elementi mistici o personali, eppure anche la scienza, e soprattutto gli scienziati hanno un lato divertente. Molto divertente. E' quel che prova a raccontare il giornalista Vito Tartamella, gia' autore de 'Il pollo di Marconi e altri 110 scherzi scientifici' che in questo nuovo libro prosegue il viaggio nel mondo delle burle organizzate da scienziati insospettabili - da Leonardo da Vinci a Tesla, fino ad Einstein e altri premi Nobel - tecnici, divulgatori, e da riviste del calibro di Science e Nature o da enti di ricerca come la Nasa e il Cern di Ginevra.

Un libro scritto in modo agile e divertente con decine di brevi storie di appena una o due pagine che raccoglie aneddoti che insegnano anche tanto sulla vita di alcuni scienziati nonche' sui facili timori in cui cade facilmente in trappola il mondo della comunicazione e la societa' in generale.

Si va dalle slitte di Babbo Natale avvistate dagli astronauti americani Frank Borman e Jim Lovell dallo spazio in piena Guerra fredda agli strumenti punk-rock ritrovati da un paleontologo in Germania, il cui baccano spaventava la selvaggina e per questo porto' i Neanderthal alla scomparsa. Si tratta principalmente di scherzi connessi al primo aprile o al Carnevale, ma in lista ci sono anche scherzi piu' 'seri' per mettere a nudo pregiudizi o paure: "La strategia e' piu' o meno la seguente - osserva Tartamella nell'introduzione - sfanno annunci clamorosi che sembrano confermare una convinzione errata (l'arrivo di un Ufo) salvo poi mostrare che era una burla".









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