I leader lunedì al lavoro per "più flessibilità nel Patto per la spesa nella Difesa"



BRUXELLES - "La flessibilità prevista dal Patto di stabilità sulle spese per la difesa deve essere usata il più possibile". Lo afferma un alto funzionario europeo alla vigilia del vertice informale dei leader Ue a Bruxelles commentando la possibilità che gli investimenti in ambito militare vengano scorporati dal Patto, così come ipotizza l'Italia. "Tutti i Paesi Ue concordano che la spesa per la difesa debba aumentare", continua precisando che "in alcuni Paesi tradizionalmente frugali al momento si osserva un certodinamismo" sulla possibilità di trovare soluzioni non tradizionali per i finanziamenti al comparto della difesa.

Il Consiglio informale di lunedì prossimo, soprannominato 'ritiro' nello slang della bolla brussellese, affronterà in mattinata il tema delle relazioni fra l'Ue e gli Stati Uniti (in questo contesto è possibile che la premier danese Mette Frederiksen sollevi la questione Groenlandia, dopo le minacce di Donald Trump), la cooperazione con la Nato nel corso del pranzo con il segretario generaleMark Rutte, le tematiche della difesa propriamente detta nella sessione pomeridiana e, infine, i rapporti con il Regno Unito nel corso della cena con il premier britannico Keir Starmer.

Il dibattito, a quanto si apprende, si concentrerà in particolar modo su tre aspetti: quali progetti d'interesse comunitario debbano avere la precedenza (come lo scudo europeo per la difesa aerea, gli attuatori strategici o la mobilità militare), le opzioni di finanziamento (oltre alle ipotesi 'non convenzionali' come gli eurobond c'è, sul breve termine, il bilancio comunitario fino al 2027 e poi, sul lungo termine, quello nuovo, che va negoziato da capo) nonché l'aumento della capacità produttiva del comparto europeo, con l'urgenza d'individuare sinergie tra i vari campioni nazionali così da realizzareeconomie di scalaed efficienze.

In pratica la sfida è"ottenere di più con meno", anche a costo d'intaccare le gelosie nazionali. "Ognuno di questi temi è complicato di per sé nel contesto europeo e noi stiamo cercando di trattarli tutti insieme", precisa una fonte Ue. "È difficile, è come operare a cuore aperto un atleta olimpionico", aggiunge. "La difesa non è tradizionalmente un tema europeo ma dobbiamo affrontarlo".
   









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