Trento Film Festival, il pubblico premia l’ascesa di De Marchi sul Gran Sasso
L'opera di Luca Cococcetta “Monte Corno- Pareva che io fussi in aria” è 'Miglior Film di Alpinismo-Rotari' che rievoca la spedizione del 1573. Protagonista Massimo Poggio
TRENTO. L'ascesa al Gran Sasso nell'agosto 1573, la meraviglia di fronte alla natura, la descrizione della vita sui monti: il racconto di quell'impresa epica compiuta da Francesco De Marchi e le immagini spettacolari della scalata al Corno Grande, girate nel 2023, hanno consentito al film 'Monte Corno - Pareva che io fussi in aria' di Luca Cococcetta (Italia/2024/72') di conquistare il Premio del pubblico per 'Miglior Film di Alpinismo - Rotari' al 72/o 'Trento Film Festival'. Oltre ai premi ufficiali attribuiti dalla Giuria internazionale e ai 15 riconoscimenti speciali, il Festival assegna ogni anno due premi del pubblico. L'altro, per il 'Miglior Lungometraggio - DAO', è andato a "Segnali di vita di Leandro Picarella" (Italia, Svizzera/2023/106').
Il pubblico del Festival ha votato nell'area MyTFF del sito, assegnando un numero di genziane che corrisponde a un voto da 1 a 5. La somma dei voti ha decretato i due vincitori dell'edizione 2024. "Monte Corno - Pareva che io fussi in aria", per la regia di Luca Cococcetta e la sceneggiatura di Marco Zaccarelli, con protagonista l'attore Massimo Poggio, appassionato alpinista, racconta la vicenda di Francesco De Marchi che il 19 agosto 1573, con una piccola spedizione, raggiunse sul Gran Sasso, a 2912 metri di quota, la vetta impervia e rocciosa del Corno Grande che riteneva essere la montagna più alta d'Italia.
De Marchi, nato a Bologna nel 1504 e morto all'Aquila nel 1576, si occupò di strategia militare e arte antica, visse oltre quarant'anni al servizio dei Medici, dei Farnese e di Margherita d'Austria, viaggiò in Europa settentrionale e nel Mediterraneo, frequentò Michelangelo, Bramante, Raffaello. E raccontò la scalata al Corno Grande 213 anni prima di quella sul Monte Bianco compiuta da Balmat e Paccard nel 1786. L'aquilano Luca Cococcetta, classe 1982, nel 2008 ha vinto le selezioni per corso propedeutico di regia del Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma e dal 2010 ha cominciato a produrre cortometraggi e documentari con la sua casa di produzione Visioni Future.
Nel film documentario, intrecciati alla ricostruzione dell'ascesa in fiction, con Poggio nei panni di De Marchi, si susseguono gli interventi degli storici Stefano Ardito e Roberto Mantovani, dell'alpinista Hervé Barmasse e del geologo Mario Tozzi che parlano della misurazione della vetta, del Ghiacciaio del Calderone e dei commerci di lana e pelli tra L'Aquila e Teramo passando per Campo Imperatore.